Violenza contro le donne – Anno 2024

Il 24 gennaio 2024 si è svolta l’audizione della Rete per la Parità APS avanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere

Rosa Oliva de Conciliis, Presidente onoraria dell’associazione, ha presentato le attività dell’Associazione, in particolare per quanto riguarda la promozione della parità di genere, la lotta contro la violenza domestica e di genere, oltre agli obiettivi di  garantire la presenza delle donne nelle istituzioni decisionali, di contrastare la loro invisibilità nei media, di eliminare le discriminazioni sul lavoro e di  promuovere la loro indipendenza economica.

Annunziata Puglia – Responsabile dell’area d’intervento “Contrasto alla violenza” – ha evidenziato che nella Legge n. 168/2023 “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica” sono state accolte alcune proposte presentate anche dalla Rete per la Parità in sede di audizione.

In particolare, le norme inserite anche grazie al lavoro della nostra associazione riguardano i seguenti temi:

  • La previsione di iniziative formative degli operatori che entrano in contatto con le donne vittime di violenza;
  • L’accreditamento dei Centri e delle Associazioni che svolgono corsi di recupero per uomini autori di violenza, in modo da garantire l’omogeneità e l’efficacia delle attività proposte. Inoltre, nel termine di sei mesi dall’entrata in vigore della Legge n.168/2023, è prevista l’emanazione da parte del Ministero della Giustizia dei decreti che fissino i criteri per l’accreditamento dei centri in questione e le linee guida delle attività.

Altre  proposte dell’associazione non sono state inserite nella legge finale, determinando vuoti normativi su temi cruciali nella lotta alla violenza di genere. Al riguardo:

  • Si evidenziano le criticità relative alla vittimizzazione secondaria e alla mancata estensione in sede civile del gratuito patrocinio in favore delle donne vittime di violenza, indipendentemente dal loro reddito.
  • E’ necessario che alla Commissione parlamentare di indagine sul femminicidio venga formalmente demandata la competenza del monitoraggio dell’applicazione della disciplina introdotta con la Riforma del processo civile (Decreto Legislativo n. 149/2022), in materia di persone minorenni e famiglia, per verificarne l’efficacia ai fini dell’eliminazione della vittimizzazione secondaria consistente nella violenza istituzionale subita spesso dalle donne e dalla loro prole nel corso dei procedimenti che riguardano l’affidamento dei minori.
  •  Per le donne in uscita da percorsi di violenza tuttora manca l’estensione anche in sede civile del patrocinio gratuito, indipendentemente dal reddito, previsto invece in sede penale: un trattamento diverso e ingiustificato che le donne subiscono quando scelgano di agire in sede civile, in tema di procedimenti in cui siano allegati abusi familiari o condotte di violenza di genere o domestica (secondo le previsioni inserite nel Codice di procedura civile dal Decreto Legislativo n. 149/2022).

– Altra criticità evidenziata è la clausola di invarianza finanziaria inserita nella Legge 168/2023. Solo su richiesta dell’opposizione, con la legge di bilancio 2024 sono stati stanziati per la lotta alla violenza 40 milioni, che però è una somma inadeguata a coprire le spese collegate ai nuovi compiti previsti in capo alle diverse Amministrazioni. Basti pensare che la normativa antiviolenza ha previsto l’accurata e specifica formazione degli operatori nelle situazioni di violenza di genere domestica, e che la tempestività delle azioni necessita di un incremento del personale nei settori della magistratura, delle forze dell’ordine e degli operatori sociali.

–  In merito ai fondi da erogare ai centri antiviolenza e alle iniziative collegate, è stata sottolineata l’importanza della loro effettiva disponibilità e della tempestiva erogazione degli stessi da parte delle Regioni. Nel corso degli anni si sia registrata una significativa disparità tra le varie Regioni sull’entità fondi impegnati e sulla effettività e tempistiche della erogazione degli stessi alle strutture interessate. La Rete per la parità propone per ovviare a queste problematiche la nomina di Commissari ad acta da parte del Governo nelle Regioni che non provvedano alla erogazione dei fondi con tempestività.

– Un ulteriore vuoto normativo, non risolto dalla Legge 168, è la mancata previsione dell’istituzione di corsi curricolari di educazione affettiva e sessuale in ambito scolastico che coinvolgano le giovani generazioni, docenti e genitori: è anche per mezzo di una mirata educazione che si possono decostruire gli stereotipi e i principi della cultura patriarcale.

La Rete per la Parità ha anche  richiamato l’attenzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio in merito alla necessità fondamentale di monitorare l’efficacia e la reale operatività delle numerose normative emanate in questi anni in materia di parità di genere e lotta alla violenza.
Si è evidenziata, in particolare, l’importanza del controllo sull’attuazione delle seguenti norme:

  • Legge n. 53/2022: questa legge mira a potenziare la raccolta dei dati statistici sulla violenza di genere attraverso un maggior coordinamento tra gli enti coinvolti. Tuttavia, i provvedimenti ministeriali per adeguare i sistemi informativi non sono ancora stati emanati, ritardando l’effettiva rilevazione statistica del fenomeno.
  • Legge n. 162/2021: questa legge ha introdotto importanti modifiche al Codice delle Pari Opportunità per promuovere la parità salariale, ampliando la nozione di discriminazione e le modalità e gli ambiti (non più circoscritti alle sole questioni legate alla gravidanza e alla maternità e paternità) in cui questa può realizzarsi nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori.
    Sono state anche ampliate le competenze della “Consigliera nazionale di parità” alla quale è richiesto di presentare ogni due anni al Parlamento una relazione contenete i risultati del monitoraggio dell’applicazione della legislazione in materia di parità e pari opportunità nel lavoro.
    Inoltre, viene imposto alle aziende con più di 50 dipendenti di redigere rapporti biennali sulla situazione del personale maschile e femminile relativamente ad assunzioni, retribuzioni, formazione, passaggi di qualifica, di categoria…

L’elaborazione di tali dati e il compito di verifica e di controllo del rispetto dei parametri da parte delle medesime è di competenza delle “Consigliere regionali di Parità”. Tuttavia, non pare garantita in modo omogeneo l’efficace azione delle Consigliere di Parità, e ciò a causa della mancanza di risorse economiche e strutturali e della discrezionalità lasciata ad ogni Regione e agli enti locali in merito all’entità dei supporti da fornire alle stesse

La Rete per la Parità ha inoltre proposto due nuovi interventi normativi relativi all’indipendenza economica delle donne vittima di violenza e a un maggiore controllo sul rilascio e sulla detenzione delle armi da fuoco.

È stata sottolineata infine l’importanza di preservare la possibilità di intercettazioni ambientali per i reati di violenza domestica poiché rappresentano uno strumento fondamentale di accertamento del reato e di protezione delle vittime, specialmente donne e minori in situazioni di particolare fragilità.

Come consuetudine dell’associazione anche negli ultimi eventi pubblici in sala abbiamo riservato in prima fila un posto a una donna che è stata privata della voce e della vita, vittima di quella violenza di genere così drammaticamente presente nel nostro quotidiano. Il “Posto occupato” è un’iniziativa partita in un piccolo comune in provincia di Messina nel 2013 da parte di Maria Andaloro.

Con l’occasione rivolgiamo ogni volta anche un pensiero alle donne che insieme a figlie e figli, in tanti Paesi del mondo, fuggono da guerre, persecuzioni, lotte fratricide, violenze, povertà e fame.

Report delle “Organizzazioni della società civile italiana perla CEDAW”