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Rassegna stampa “Cinque anni devono bastare per la Riforma del Cognome”

Di seguito la rassegna stampa dell’evento dell’8 novembre 2021 che si è tenuto presso la Sala Zuccari.

8/11/2021 – Today – Al lavoro per una legge sul doppio cognome per i figli: “Una battaglia per la parità”

8/11/2021 – La Sicilia – Pari opportunità: Conzatti (Iv), ‘su cognome figli Parlamento batta un colpo’ 

8/11/2021 – Ansa – D’Incà, impegno a calendarizzare il ddl sul cognome

8/11/2021 – Ansa – Casellati, entro legislatura legge su doppio cognome

8/11/2021 – Tiscali Notizie – Casellati, entro legislatura legge su doppio cognome

9/11/2021 – Il Sole 24 ore – Cognome dei figli, ultima chiamata per la legge sulla libertà di scelta

9/11/2021 – La Repubblica – Doppio cognome, lo sprint del Senato: “Una legge entro il 2023”

9/11/2021 – Borderline24 – Doppio cognome, ora la spinta arriva dal Senato

10/11/2021 – Notizie.it – Legge sul doppio cognome, a che punto siamo in Italia?

10/11/2021 – FanPage – Governo al lavoro per la legge sul doppio cognome ai figli a 5 anni dalla sentenza della Consulta

14/11/2021 – Le Contemporanee – Cinque anni devono bastare per la riforma del cognome

17/11/2021 – Alley Oop – Non è questione d’anagrafe ma di parità, Senato in pressing sul doppio cognome

17/11/2021 – Albenga Corsara – Attribuzione cognome della madre al figlio: si attende la riforma in Parlamento

17/11/2021 – Savona News – Il territorio ingauno in prima linea per la riforma del cognome: la “battaglia” si sposta in Senato

17/11/2021 – Liguria24.it – Attribuire il doppio cognome ai figli: il Comune di Albenga tra i promotori dell’iniziativa

CINQUE ANNI DEVONO BASTARE PER LA RIFORMA DEL COGNOME

Lunedì 8 novembre 2021, ore 15.00-18 – Sala Zuccari
Presso Senato della Repubblica

Un titolo eloquente quello del convegno promosso da Rete per la Parità, CNDI e InterClubZontaItalia, su iniziativa della Sen.ce Valeria Fedeli, per sottolineare la necessità di intervenire in favore della tutela dell’identità e del principio della pari dignità e uguaglianza tra i sessi.
Nell’aprire i lavori, Valeria Fedeli ha affermato: “Il cognome materno è importante perché costruisce parte dell’identità di ogni figlia e di ogni figlio. Credo che si debba arrivare a una svolta in questo Paese, dentro tutte le forze politiche presenti in Parlamento, ed è questo il lavoro che stiamo facendo come Intergruppo di senatrici, per arrivare a un testo condiviso di attuazione della sentenza della Consulta. A cinque anni dall’intervento della Corte costituzionale credo che sia il momento di accelerare e di produrre questo risultato legislativo”.
“La Riforma del cognome è uno degli obiettivi compresi nelle linee guida della Rete per la Parità per contrastare l’invisibilità delle donne” ha aggiunto la Presidente della Rete per la Parità Rosanna Oliva de Conciliis. “Per eliminare un’inaccettabile discriminazione contro le donne è necessario, come previsto dalla maggior parte delle proposte di riforma presentate alla Camera e al Senato, modificare la norma secondo la quale la donna coniugata aggiunge al proprio il cognome del marito. Porta fuori strada considerare centrale solo il tema riguardante il rispetto della parità uomo-donna, che ci sta molto a cuore. Tema centrale è la tutela dell’identità personale, principio fondamentale sancito dall’art. 2 della Costituzione e questo principio riguarda tutte e tutti, uomini e donne ed è necessario per non perpetuare un dannoso stereotipo alle nuove generazioni”.
Da tutti gli interventi sono emersi segnali positivi, in particolare l’impegno per calendarizzare il Ddl “con il concorso di tutte le forze parlamentari entro questa legislatura” come ha sottolineato nel suo messaggio di apertura dei lavori, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Parole cariche di speranza da parte dei due Ministri intervenuti in sala, Federico D’Incà ed Elena Bonetti e del Prefetto Claudio Sgaraglia, in rappresentanza della Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Il primo ha assicurato che favorirà l’esame e la calendarizzazione del Ddl, nel rispetto dell’autonomia del Parlamento. Per Elena Bonetti la battaglia per il secondo cognome non è “solo questione di giustizia ma anche e soprattutto di civiltà”. Il Prefetto Claudio Sgaraglia ha rappresentato la massima disponibilità del Ministero a modificare le procedure attualmente previste non appena sarà approvata la riforma tanto attesa. Nelle more si è offerto come punto di riferimento per aiutare a risolvere, sul piano interpretativo ed applicativo, le criticità procedurali rilevate.
Antonella Anselmo, Avvocata della Rete per la Parità ha auspicato che i semi gettati oggi nel terreno possano presto germogliare nella sede parlamentare. Il diritto al nome e alla certezza identitaria è un punto focale nella declinazione del concetto di dignità della persona, occorre sradicare le radici del patriarcato e riconoscere automaticamente il diritto al doppio cognome.
L’Avvocata Susanna Schivo dell’InterClubZontaItalia e patrocinante dei genitori attori del ricorso davanti alla Corte costituzionale ha posto l’accento sulla necessità di far conoscere ai futuri genitori le possibilità offerte dalla sentenza della Corte costituzionale del 2016 e di garantire la corretta e piena applicazione. Ha citato situazioni a lei segnalate che richiedono chiarimenti per impedire che siano riconosciuti diritti che non possono essere esercitati.
Carla Bassu, docente di diritto comparato dell’Università di Sassari, ha evidenziato come l’automatismo dell’attribuzione del solo cognome paterno sia in contrasto con vari articoli costituzionali. E come sia retaggio di una visione patriarcale che, di fatto, ancora esprime il passaggio dalla tutela paterna a quella maritale, in una condizione di sostanziale sudditanza. Il fatto che il cognome della madre non possa essere trasmesso salvo richiesta dei genitori viola anche il diritto alla identità dei figli e costituisce una delle più gravi discriminazioni sostanziali.
La promotrice della sentenza 286/2016 Manuela Magalhães ha sostenuto che la condizione delle donne ha un’importanza fondamentale e che il doppio cognome riconosce la parità tra genitori.
Anna Finocchiaro, Presidente di Italiadecide e già Ministra per le Pari Opportunità, ha inviato un messaggio sostenendo che la questione del ruolo e della funzione che le donne svolgono nella società italiana e nelle relazioni familiari, è di rilievo e significato particolari in questo tempo in cui la questione identitaria è oggetto di confronto.
La dottoressa Linda Laura Sabbadini, Chair W20 e Direttrice ISTAT, tenuto conto del fatto che c’è grande disinformazione sul tema, ha evidenziato l’importanza di conoscere i dati sulle coppie che hanno chiesto di aggiungere il cognome materno e di quelle che a questo scopo hanno chiesto il cambio di cognome perché da tali numeri si potrà capire quanto ci sia necessità di informare i genitori.
Unanimità di impegno anche da parte dell’Intergruppo delle senatrici, per il quale sono intervenute Donatella Conzatti, Loredana De Petris, Alessandra Maiorino e Simona Malpezzi.

Una rivoluzione copernicana o solo un miraggio? La risposta arriverà entro questa legislatura?

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AUDIZIONE DELLA RETE PER LA PARITA’ IN COMMISSIONE GIUSTIZIA SENATO.

NO AI DISEGNI DI LEGGE PILLON E CONNESSI

MAI PIU’ DONNE VITTIME DI MARITI VIOLENTI

E BAMBINI A META’ COME NEL GIUDIZIO SALOMONICO

13 Novembre 2018 – Ore 14,00/16,00

E’ disponibile online il VIDEO dell’audizione. Al minuto 1:04:30 l’intervento della Rete per la parità (Rosanna Oliva de Conciliis – Maria Gabriella Luccioli) e al minuto 1:41:07 la risposta di Maria Gabriella Luccioli alla domanda del Senatore Pietro Grasso.

Comunicato Rete per la Parita

Documento Rete per la Parità per Audizione in Commissione Giustizia Senato 13 novembre 2018