Comunicato stampa: FATTI NON PAROLE
Pubblichiamo la lettera inviata oggi e il relativo Comunicato stampa.
Nelle ultime due settimane molti sono stati gli appelli pubblicati sui social media nei quali si è chiesto che all’interno della Task Force creata per consigliare il Presidente del Consiglio, Prof. Giuseppe Conte, sulle modalità della fase 2 di uscita dalla pandemia del Covid19, fosse garantita una eguale rappresentanza di uomini e donne.Oggi però il Presidente del Consiglio e le altre alte cariche dello Stato hanno ricevuto una lettera di tono diverso, basata sui dettami della Costituzione, e contenente proposte concrete a breve, medio e lungo termine. La lettera è stata inviata dalla Rete per la Parità, una Associazione di promozione sociale per la Parità uomo-donna secondo la Costituzione, presieduta da Rosa Oliva, il cui ricorso determinò, 60 anni fa, la sentenza della Corte costituzionale n. 33/1960 che aprì alle donne le carriere pubbliche fino allora ancora precluse. Ne fanno parte varie Associazioni, Fondazioni miste e alcune Università, unite per il superamento del monopolio maschile e la pari dignità e uguaglianza davanti alla legge di donne e uomini, secondo i principi fondamentali della nostra Costituzione.
“Per assicurare in Italia l’uscita dalla pandemia è necessario superare l’abuso di posizione dominante maschile che caratterizza da millenni le cosiddette società occidentali e che sopravvive nel nostro Paese al contrario di quanto sta avvenendo da anni in altri paesi dell’Unione Europea” ha scritto la Rete per la Parità. “Usiamo volutamente la nozione tratta dal diritto dell’economia e della libera concorrenza perché tale abuso – perpetuando profonde discriminazioni di genere – ha un impatto socio–economico diffuso ed aggrava le diseguaglianze basate sul sesso, nella vita pubblica e privata”. In Italia, costante è infatti l’attribuzione, quale che siano i meccanismi di nomina o elezione, di incarichi affidati esclusivamente a uomini e a poche donne scelte da loro, come si è visto recentemente nella designazione di alcune donne a Presidenti di imprese pubbliche mentre gli AD, che detengono il vero potere, sono ancora una volta sempre uomini.
La Rete per la Parità segnala nella sua lettera “il mancato rispetto del criterio di equilibrio già nel 2018 per la Corte costituzionale, il Csm e gli organi di autogoverno delle magistrature speciali, dove su 21 cariche sono risultati eletti dal Parlamento in seduta comune 21 uomini, per passare alle più recenti composizioni dei numerosi organismi attivati, e come sia prassi avere un uomo al comando e, quando ci sono, poche donne tra i componenti. Unica eccezione la Cabina di Regia “Benessere Italia”, affidata alla Professoressa Filomena Maggino, che però si avvale di un Comitato scientifico costituito da accademici tutti uomini”. Nel momento in cui il Paese deve prepararsi ad affrontare la Fase 2 della pandemia Covid19, è necessario tener conto dell’esperienza delle donne (che hanno dato e stanno dando un contributo determinante per il superamento della prima fase), e coinvolgerle alla pari con gli uomini in questa miriade di organismi. Se l’Italia non vuole uscire dalla crisi soltanto per ripristinare le condizioni ex ante, ma prepararsi all’avvio di una nuova epoca in campo ambientale, economico, sociale, sanitario e culturale, è giunta l’ora che si tenga nella giusta considerazione l’apporto che le donne, ormai presenti a pieno titolo all’interno di ogni professione e dell’accademia, possono dare.
Italia, 20 aprile 2020
NB Reca la sola firma della Rete per la Parità; altre associazioni e organismi che ne approvino il contenuto sono invitati a condividerla e, se ritengono, ad inoltrarla a tutti o a parte dei destinatari evidenziando le richieste sulle quali sono da tempo impegnati. Ne daremo comunicazione sul nostro sito e sui social.