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Invito al convegno “Riforma organica del cognome: dopo otto anni arriverà?”

Venerdì 15 novembre alle ore 15 presso la Sala Igea dell’Istituto Treccani-Piazza dell’Enciclopedia italiana 4 – Roma

A distanza di oltre otto anni dalla prima sentenza della Corte costituzionale, la n. 286/2016, e di oltre due anni dalla sentenza n. 131/2022, non sono state ancora approvate le modifiche legislative e regolamentari necessarie per completare l’attribuzione del doppio cognome nell’ordine indicato dai genitori, salvo loro opzione per il solo cognome materno o il solo cognome paterno.

Il convegno è l’occasione per approfondire, con esponenti del Governo, parlamentari, esperte/i e associazioni, le modifiche normative e regolamentari conseguenti alla sentenza della Corte, nonché quelle sul cognome della donna coniugata, da introdurre a tutela dell’identità di tutte e tutti e della parità tra i sessi, sancite nei Principi fondamentali della Costituzione (artt. 2 e 3). A gennaio di quest’anno la Commissione Giustizia del Senato ha iniziato l’esame dei quattro disegni di legge sul cognome e ultimato un ciclo di sedici audizioni.

Il traguardo sembra ora vicino come mai in passato. Con la riforma organica del cognome sarà regolamentata la procedura per denunciare le nascite e quella per l’attribuzione del doppio cognome anche in assenza della scelta dei genitori, sarà semplificata e resa possibile in tempi brevi la modifica del cognome per attribuire il cognome della madre e per evitare fratelli e sorelle con cognomi diversi e sarà previsto un criterio per impedire la moltiplicazione dei cognomi da attribuire alle generazioni successive.

Obiettivi numerosi e complessi, per i quali la Rete per la Parità continuerà a impegnarsi.

Aperto al pubblico. È gradita la prenotazione alla mail: segreteria.reteperlaparita@gmail.com

Diretta streaming su TreccaniChannel e sulla pagina Facebook della Rete per la Parità – Evento Facebook

Per informazioni: segreteria.reteperlaparita@gmail.com – cell. 3490808986

“Verso la parità formale e sostanziale”: rivedi il Convegno promosso dalla Rete per la Parità con il patrocinio della Corte costituzionale

Il Presidente Augusto Barbera ha aperto i lavori del seminario “Verso la parità formale e sostanziale”, promosso dalla “Rete per la parità”, con il patrocinio della Corte costituzionale, che si è svolto nella sala conferenze di Palazzo della Consulta.

Dopo l’introduzione della Presidente della Rete Patrizia De Michelis, hanno preso la parola le relatrici: la Giudice costituzionale Emanuela Navarretta, Linda Laura Sabbadini (già Direttrice ISTAT, Chair W20), Serena Lippi (Presidente Associazione Donne Italiane Diplomatiche e Dirigenti, Consigliere diplomatico presso il MIM), Rosa Vinciguerra (Tenente Colonnello EI), Alice Pignagnoli (atleta).

Simona Rossitto ha infine intervistato Rosa Oliva, Presidente onoraria della “Rete per la parità”, e Gabriella Luccioli, già Presidente di sezione della Corte di cassazione.

All’incontro sono intervenuti i Giudici costituzionali Luca Antonini, Marco D’Alberti, Stefano Petitti e Maria Rosaria San Giorgio. Ha coordinato il seminario il Vice Direttore di Repubblica Francesco Bei.

Per rivedere l’evento:

https://www.radioradicale.it/scheda/727715/verso-la-parita-formale-e-sostanziale-un-bilancio-a-64-anni-dalla-sentenza-della-corte

Fonte: Comunicato Corte costituzionale

Sessantaquattresimo anniversario della sentenza della Corte costituzionale n. 33/1960

Sessantaquattro anni fa, il 13 maggio, la Corte costituzionale emise la storica sentenza n. 33/1960 che eliminò le discriminazioni contro le donne nelle principali carriere pubbliche.

La Rete per la Parità APS, per l’occasione, con il patrocinio della Corte costituzionale, organizza un convegno dal titolo “Verso la parità formale e sostanziale. Un bilancio a 64 anni dalla sentenza della Corte costituzionale che aprì le porte alle donne nelle carriere pubbliche”.

L’evento si terrà venerdì 10 maggio dalle 10.30 alle 13 presso la Sala Conferenze della Corte costituzionale, Piazza del Quirinale, 41 – Roma.

Di seguito il programma dell’evento.

La Consulta prende atto che il maschile neutro non esiste

Il 10 gennaio su La Stampa è stato pubblicato l’articolo firmato dalla Presidente onoraria della Rete per la Parità, Rosanna Oliva de Conciliis e da Maria Tiziana Lemme, Presidente di Femminile Maschile Neutro.

L’articolo riguarda la scelta voluta dal Presidente della Corte costituzionale Augusto Barbera e da tutto il collegio, di eliminare dall’intestazione delle sentenze il termine “signori”.

Si tratta di un importante segnale di ammodernamento a favore di un uso della lingua attento alla prospettiva di genere e di superamento della convenzione del maschile inclusivo.

Nomine Giudici Corte costituzionale: gli auguri della Rete per la Parità

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato Giudici della Corte costituzionale il Professor Giovanni Pitruzzella e la Professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, in sostituzione dei Giudici Professoressa Daria de Pretis e Professor Nicolò Zanon.

Nell’inviare i migliori auguri ai due nuovi Giudici, la Rete per la Parità rileva con soddisfazione la scelta di evidenziare l’importanza del diritto dell’economia: le sfide attuali dello sviluppo sostenibile pongono in evidenza l’esigenza di contemperare le spinte del mercato e della tecnologia con la garanzia dei diritti fondamentali, della dignità della persona e, più in generale, dei diritti sociali.

La Rete per la Parità esprime piena soddisfazione per il perseguimento dell’obiettivo volto a garantire l’equilibrio di genere nella composizione della Corte costituzionale e auspica pari impegno da parte del Parlamento per la nomina di sua competenza in sostituzione della Presidente della Corte Professoressa Silvana Sciarra

L’Associazione ringrazia la Presidente e i due Giudici uscenti per la dedizione e la competenza dimostrata nello svolgimento dell’impegnativo incarico ed è certa che la Corte costituzionale proseguirà il suo alto compito di salvaguardia della Carta del 1948, quale fattore insostituibile di coesione sociale e progresso del Paese, a fronte delle rapide trasformazioni in atto, sia in ambito nazionale che internazionale.

Cognomi: un’altra sentenza della Corte costituzionale in attesa della Riforma organica

Dopo la sentenza n. 131/2022 la Corte costituzionale torna ad esprimersi in materia di cognome, a tutela dell’identità personale dell’adottato maggiorenne.

Grazie alla sentenza n. 135 del 2023, l’adottato maggiorenne potrà aggiungere il cognome dell’adottante al proprio. Non sarà più obbligato ad anteporre il cognome dell’adottante, quando ciò serva a tutelare il suo diritto all’identità personale e anche l’adottante sia favorevole a tale ordine dei cognomi.

La Corte ha ritenuto che l’art. 299, primo comma, del codice civile sia lesivo degli artt. 2 e 3 Cost. «nella parte in cui non consente, con la sentenza di adozione, di aggiungere, anziché di anteporre, il cognome dell’adottante a quello dell’adottato maggiore d’età, se entrambi nel manifestare il consenso all’adozione si sono espressi a favore di tale effetto».

È quanto si legge nella sentenza pubblicata il 4 luglio scorso (redattrice la giudice Emanuela Navarretta).

La nostra associazione prosegue nelle iniziative finalizzate a far approvare la legge con la Riforma organica del cognome, più volte sollecitata dalla Corte costituzionale. – dichiara Rosanna Oliva de Conciliis, Presidente onoraria della Rete per la Parità e aggiunge – Tenuto conto di questa nuova sentenza, le proposte finora presentate in Parlamento dovranno essere integrate.”.

13/05/2022: 62esimo anniversario della sentenza della Corte costituzionale n. 33/1960

“Quella porta aperta alle donne”

Un articolato evento presso il Palazzo della Consulta si terrà domani alle 18, voluto dal Presidente Giuliano Amato per celebrare il sessantaduesimo anniversario della sentenza che ha aperto alle donne la possibilità di accedere a importanti carriere pubbliche.

Di seguito il Comunicato ufficiale della Corte costituzionale:

Sessantadue anni dopo la sentenza della Consulta n. 33 del 1960, che ha aperto alle donne le porte degli uffici pubblici e delle istituzioni, una riflessione tra generazioni diverse, con una performance di Monica Guerritore. “Quella porta aperta alle donne” è il titolo dell’incontro voluto dalla Corte costituzionale per testimoniare – 62 anni dopo la storica sentenza n. 33 del 1960 – la strada fatta e ancora da fare verso l’uguaglianza sostanziale di genere.

L’incontro si svolgerà il 13 maggio, alle ore 18,00, a Palazzo della Consulta. Tra gli ospiti, numerose donne che, in diversi ambiti, hanno concorso e concorrono allo sviluppo democratico e al progresso sostanziale del nostro Paese, nonché una rappresentanza di studentesse e studenti del liceo classico E.Q. Visconti di Roma.

Introdurrà l’incontro il presidente della Corte Giuliano Amato. Quindi, Monica Guerritore, attrice, autrice e regista, leggerà un suo testo, “La memoria del mondo”, in cui la forza generatrice delle donne si contrappone alla furia distruttrice della guerra. Il breve spazio finale sarà dedicato al “tetto di cristallo”, con le riflessioni di Gabriella Luccioli, una delle prime otto donne entrate in magistratura, e di Cecilia Fava, studentessa di terzo liceo classico, coordinate dal presidente Amato.

La sentenza 33 del 1960 è l’approdo di una storia di cittadinanza attiva che ha avuto come protagonista Rosa Oliva e la sua radicata coscienza costituzionale. Ma è anche un esempio concreto del dovere della Repubblica di “rimuovere gli ostacoli” che, secondo l’articolo 3 della Costituzione, “impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Dunque, è un passo verso l’uguaglianza sostanziale di genere. Diritto delle donne, dovere della Repubblica. A quella pronuncia è dedicato il podcast – per la serie “Le sentenze che ci hanno cambiato la vita” – in uscita proprio venerdì 13 maggio, in cui la giudice costituzionale Maria Rosaria San Giorgio, prima magistrata ad essere eletta alla Corte costituzionale, racconta come si è arrivati ad aprire quella porta, dalla quale sono poi passate milioni di donne, cambiando il volto della Repubblica.

Fonte della foto: lacnews24.it

Doppio cognome per legge. Storica sentenza della Corte costituzionale: il patronimico è sostituito dal doppio cognome

Oggi, 27 aprile, in Camera di consiglio, la Corte ha deciso sulla propria ordinanza di autoremissione n.18/2021 che sospese il giudizio riguardante il ricorso di due genitori che, nonostante fossero di comune accordo, non avevano potuto ottenere di far imporre alla figlia il solo cognome della madre e sollevò dinanzi a sè questione di legittimità costituzionale.

Questa volta la Corte non si è limitata al petitum: ha dichiarato illegittima la norma generale che impone l’attribuzione del solo cognome paterno anziché dei cognomi di entrambi i genitori anche nel caso, che non era stato oggetto della sentenza n. 286 del 2016, dell’assenza di un accordo tra i genitori.

“Sull’ordinanza – ricorda la presidente della Rete per la Parità – l’associazione, insieme con InterclubZontaItalia ha presentato una memoria come amici curiae, pienamente allineata al risultato di oggi. Una sentenza storica che contempera due esigenze che sembravano di difficile composizione: riconosce a figli e figlie entrambe le origini, materna e paterna, ed elimina la discriminazione contro le madri, ma permette anche scelte diverse ai genitori, se d’accordo. Governo e Parlamento – aggiunge – devono ora regolare gli aspetti connessi, come la possibilità, nel caso di cognomi composti da più parti, di utilizzarne solo una parte e la trasmissione del cognome alla generazione successiva”.

Rosanna Oliva de Conciliis ieri, 26 aprile, aveva partecipato al primo ciclo di audizioni in Commissione Giustizia al Senato che ha all’esame sei disegni di legge e denunciato ancora una volta gli inaccettabili ritardi nell’approvazione della riforma del cognome, e sostenuto che all’impegno del Parlamento deve affiancarsi quello del Governo, per individuare una linea d’azione finalizzata ad assicurare l’approvazione e l’applicazione della Riforma entro la Legislatura nonostante la necessità di coinvolgere le amministrazioni a vario titolo interessate, innanzitutto il Ministero della Giustizia e quello dell’Interno.

La Corte Costituzionale e il doppio cognome per legge. La scelta di comune accordo dei genitori solo in seconda battuta.