L’Italia Repubblicana

9 febbraio 1963: “La donna può accedere a tutte le cariche, professioni ed impieghi pubblici, compresa la magistratura, nei vari ruoli, carriere e categorie, senza limitazione di mansioni e di svolgimento della carriera, salvi i requisiti stabiliti dalla legge”. E’ l’articolo 1 della legge n. 66 che afferma il principio di uguaglianza fra i sessi nell’accesso in magistratura.

Il Parlamento, sollecitato dalla pronuncia della Corte costituzionale che aveva dichiarato parzialmente illegittimo l’articolo 7 della legge 1176 del 1919 nella parte in cui escludeva le donne da tutti gli uffici pubblici che implicavano l’esercizio di diritti e di potestà politiche, aveva approvato la proposta di legge di un gruppo di deputate democristiane guidate da Maria Cocco.

Nel 1965 otto donne vincono il concorso in magistratura: Graziana Calcagno, Emilia Capelli, Raffaella d’Antonio, Giulia De Marco, Letizia De Martino, Annunziata Izzo, Ada Lepore, Maria Gabriella Luccioli.

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Fonte testo e foto: Camera.it

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