IN SENATO LE DONNE DEVONO MASCHERARSI DA UOMINI
Le associazioni Rete per la Parità e Femminile Maschile Neutro incassano con indignazione la bocciatura dell’emendamento presentato dalla senatrice Alessandra Maiorino che avrebbe introdotto il rispetto del linguaggio di genere nelle comunicazioni di Palazzo Madama, nella seduta del Senato del 27 luglio 2022.
L’emendamento (nr.5.0.200), che nei giorni scorsi aveva già trovato il parere favorevole della Giunta per il regolamento del Senato, avrebbe modificato il linguaggio delle comunicazioni istituzionali e lo stesso regolamento del Senato, prevedendo la declinazione al femminile delle cariche ricoperte da donne. In sostanza, si trattava di introdurre “senatrice”, ‘la presidente’, ‘ministra’ etc. Si attendeva l’approvazione dell’aula.
L’escamotage del voto segreto chiesto dal senatore Lucio Malan di Fratelli d’Italia (“si tratta di questioni di etica e di coscienza”) e accolto dalla presidente Elisabetta Casellati, che ostinatamente rivendica al maschile la sua carica, hanno determinato la mancata approvazione dell’emendamento per soli 9 voti. Il Senato ha votato favorevolmente con 152 voti. Ma Si richiedeva la maggioranza assoluta: 161 voti.
Dopo aver chiesto il voto segreto, Fratelli d’Italia si è astenuto, sapendo di poter contare su franchi tiratori: ci farebbe tantissimo piacere conoscere i loro nomi.
«È l’ennesimo atto di senatrici e senatori che non sono al passo con un Paese radicalmente cambiato. Non rispettano i principi costituzionali e le regole grammaticali.» dice Rosanna Oliva de Conciliis, presidente onoraria di Rete per la Parità.
«Quando si parla di lingua, si parla di potere. Non riconoscere il genere femminile nella lingua, e nelle cariche, significa che il potere ha il terrore di perderlo» dice Maria Tiziana Lemme, presidente di Femminile Maschile Neutro.
Rete per la Parità e Femminile Maschile Neutro non demordono. Sostenete la nostra battaglia iniziata già nella scorsa legislatura!
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