Agenda per la democrazia paritaria

Le 50 Associazioni aderenti all’ “Accordo per la democrazia paritaria” presentano:

AGENDA PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA

Roma lunedì 28 gennaio, (Sala della Mercede, via della Mercede 55, ore 15,30)

Per discutere la proposta di una “Agenda per la democrazia paritaria” le candidate alla Camera e al Senato nelle prossime elezioni politiche sono state invitate a incontrarsi lunedì 28 (Sala della Mercede, via della Mercede 55, Roma – ore 15,30) con le rappresentanti delle oltre cinquanta Associazioni di donne riunite nell’ “Accordo di azione comune per la democrazia paritaria”.

Oltre 70 i partecipanti confermati, tra i quali:

Giulia BONGIORNO, Gianfranco FINI, Silvia COSTA, Roberta AGOSTINI, Titti DI SALVO, Irene TINAGLI, Cinzia BONFRISCO, Monica CIRINNA’, Luisa LAURELLI, Cecilia D’Elia, Michela MONTEVECCHI.

info e contatti (anche per iscriversi nella lista delle presenze):
danielacarla2@gmail.commorronir@libero.it

Segnalazioni del mancato rispetto della par condicio di genere

ACCORDO DI AZIONE COMUNE PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA
Segnalazioni del mancato rispetto della par condicio di genere

Invitiamo le associazioni, le singole socie e chiunque sia interessato, ad attivarsi per promuovere una pressione sull’AGCOM per il rispetto della parcondicio di genere nei programmi radiotelevisivi durante questa campagna elettorale.
E’ molto importante per rendere efficace la presenza delle donne candidate.

Quando si vede una situazione di disparità (invitati solo uomini o una sola donna tra tanti uomini, ecc) mandare via mail la segnalazione USANDO IL MODULO che segue

Nel caso di trasmissioni della RAI TV la mail con il modulo va inviato anche alla Commissione di Vigilanza RAI vigilanzarai@senato.it

L’uso del modulo e l’invio come suggerito rendono formale la segnalazione, dovrebbero attivare le azioni dell’AGCOM, e permetteranno all’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria di verificare quanta pressione stiamo esercitando.

Da parte nostra stiamo insistendo per la diffusione di tabelle di monitoraggio contenenti i dati di genere, che ancora ad oggi non risultano sul sito dell’AGCOM.

Contro ritardi ed omissioni dobbiamo agire insieme e con determinazione.
Daniela Carlà e Rosanna Oliva
Roma, 23 gennaio 2013

Denuncia di violazione delle disposizioni previste dalle delibere n. 666/12/CONS e n.13/13/13/CONS ai sensi della legge 23 novembre 2012 n.215 recante “Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei Consigli e nelle Giunte degli Enti Locali e nei Consigli Regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle Pubbliche Amministrazioni.”

LA DENUNCIA DEVE ESSERE COMPILATA IN TUTTE LE SUE PARTI

 All’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – Direzione contenuti audiovisivi e multimediali – Centro direzionale isola B5 – 80143 Napoli – fax n. 081/750706 – agcom@cert.agcom.it

 Al Corecom della regione / provincia autonoma di _________________________________

Dati del segnalante

Nome e cognome

Residenza/Sede (via/piazza — n. –)

Città (cap)

Fax

E-mail

Recapito telefonico (fisso o mobile)

Denuncia

Emittente o fornitore di servizi di media

Denominazione programma

gg/mm/aa e orario 00:00

Descrizione del fatto:

Luogo e data Firma della/del segnalante

___________ ____________

No a Giunte monogenere: due ottime notizie da parte di ANDE ROMA

Sono davvero contenta di annunciarvi che il TAR di Roma ha accolto il ricorso presentato dall’Associazione Nazionale Donne Elettrici (ANDE) di Roma, assistita dai legali Antonella Anselmo, Pier Paolo Carbone e Luisa Capicotto, contro il Comune di Civitavecchia per violazione delle norme costituzionali, europee ed internazionali sul rispetto del principio delle pari opportunità, fissando al 40 per cento la soglia minima di presenza delle donne nelle giunte.
Ricorderete, l’ANDE di Roma aveva presentato un ricorso contro il Comune di Civitavecchia per la nomina di una sola donna tra i sette componenti della giunta.

L’Associazione aveva contestualmente presentato analogo ricorso anche contro il Comune di Gaeta, guidato da una giunta monogenere, conclusosi di recente con un rimpasto e la condanna dell’amministrazione comunale alle spese del ricorso.

In qualità di presidente e a nome del Consiglio Direttivo di ANDE Roma, che ha voluto e sostenuto in modo unanime questa iniziativa (dopo avere preso visione delle bassissime percentuali di presenza femminile negli organi di rappresentanza a livello locale, soprattutto nelle regioni del centrosud), desidero sottolineare che il TAR di Roma ha pronunciato una sentenza di valore storico per le donne italiane e per la cultura giuridica del nostro Paese, che è fondata sul principio di eguaglianza formale e sostanziale, segnando un’importante evoluzione giurisprudenziale destinata ad incidere sull’interpretazione della normativa vigente.

Inoltre, a poche settimane dal voto per le politiche e le amministrative la sentenza si rivolge a tutti coloro che saranno chiamati ad innovare la composizione degli organi elettivi a tutti i livelli di governo, orientandone le scelte in chiave europea, nel rispetto sostanziale dei principi della democrazia paritaria, come da ultimo richiamati dalla legge n. 215 del 2012, nonché del buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione.

Sottolineo anche che con questi nostri abbiamo inteso dare un segnale forte anche ai fini della ripresa del Paese, scegliendo due città nevralgiche per l’economia regionale e a cui deve corrispondere un modello economico, sociale ed anche istituzionale conforme a parametri europei di eccellenza e competitività. A questo modello, si sa, le donne contribuiscono in modo decisivo se si tiene a mente che, come hanno attestato Transparency International, la Banca Mondiale e la stessa Banca d’Italia, più donne tra gli amministratori pubblici significano minore corruzione e un’allocazione delle risorse orientata ai servizi di cura e istruzione, altrimenti prodotti all’interno della famiglia, con effetti espansivi per un mercato in Italia poco sviluppato e sullo stesso PIL.

Infine voglio ricordare che i comuni di Gaeta e Civitavecchia, andati al ballottaggio e governati rispettivamente dal centrodestra e dal centrosinistra, sono stati selezionati dall’Associazione a conferma della sua cifra apartitica, attenta al profilo del rispetto dei diritti e della Costituzione e in accoglimento dell’appello della Rete per la Parità, oltre che in linea con i contenuti dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria, cui ANDE aderisce a livello nazionale.

Un caro saluto
Francesca Piazza

Intervista sulla “Par condicio di genere” alla nostra presidente Rosanna Oliva

Su VignaClaraBlog l’intervista sulla “Par condicio di genere” alla nostra presidente Rosanna Oliva


Elezioni, zoom sulla par condicio di genere

Con la modifica alla legge 28 del 2000, dal 26 dicembre 2012 è entrata in vigore quel che viene definita “la par condicio di genere”. In occasione delle elezioni i mass media, oltre a dare ugual spazio ai partiti, devono darlo anche ai candidati di sesso femminile. Quanto questa novità è già nota e quanto viene rispettata e applicata? Ne parliamo con Rosa Oliva, portabandiera delle pari opportunità tra donne e uomini.

Rosa Oliva, residente a Vigna Clara, esponente di spicco dell’associazione “Aspettare Stanca” e del “Comitato Cittadino XX Municipio”, nel 1960, con il suo ricorso alla Corte Costituzionale, portò alla cancellazione della norma che impediva l’accesso alle donne alle principali carriere pubbliche (leggi qui).
Nel 2010 è stata nominata Grande Ufficiale dal Presidente della Repubblica e le è stato assegnato in Campidoglio il Premio Minerva all’Uguaglianza di Genere.

Chi meglio di lei per illustrarci questa novità?

Rosa, il tuo impegno a favore delle pari opportunità ti ha portato, assieme a tante altre donne, a batterti per la par condicio di genere. Raccontaci la genesi di questa singolare battaglia. Quanto sforzo è stato necessario per giungere alla modifica della legge 28 del 2000?

L’impegno è stato notevole, ed è stato necessario aspettare per quasi un decennio (mai nome fu più indovinato per la piccola Associazione Aspettare stanca, fondata nel 2006 da un gruppo di donne del XX Municipio). Già la legge della Regione Campania n. 4 del 2009, passata al vaglio della Corte Costituzionale, oltre ad introdurre la doppia preferenza di genere regolava la presenza delle candidate durante le campagne elettorali, naturalmente con efficacia locale.

La norma nazionale è frutto di un’azione congiunta delle parlamentari di maggioranza e opposizione, supportata dall’esterno da Associazioni di donne che sostenevano le loro ragioni.
Come anni fa in occasione dell’approvazione della legge contro la violenza sessuale, un Parlamento a maggioranza schiacciante di uomini ha resistito a innovazioni che dovrebbero essere obiettivo di tutte e tutti, non solo delle donne.

Ho seguito personalmente il lungo e difficile iter della legge 215 del 2012, la cui finalità principale è l’introduzione della doppia preferenza di genere per l’elezione dei consigli comunali. Per la verità, le parlamentari e le associazioni hanno cercato di far introdurre la doppia preferenza di genere anche per le elezioni regionali, ma inutilmente, per cui a febbraio nel Lazio, in Lombardia e in Molise sarà possibile esprimere soltanto una preferenza, limite che svantaggia le candidate. Forse ne dovremmo parlare a proposito delle prossime elezioni regionali e in prossimità di quelle amministrative di primavera.

Comunque la modifica della legge sulla par condicio è stata approvata soltanto grazie all’alleanza trasversale delle parlamentari e alle pressioni, per evitare l’invisibilità delle donne durante le campagne elettorali, dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria, che raccoglie 51 associazioni, ( tra cui Aspettare stanca e Rete per la Parità.

Spiegaci ora per bene da chi e come dovrebbe, anzi come deve essere applicata la par condicio di genere.

La norma é rivolta ai mezzi di informazione, che dal 26 dicembre del 2012 sono tenuti non solo a “garantire la parità di trattamento e l’imparzialità rispetto a tutti i soggetti politici, l’accesso ai mezzi di informazione per la comunicazione politica” in particolare “durante le campagne per l’elezione al Parlamento europeo, per le elezioni politiche, regionali e amministrative e per ogni referendum” ma nelle trasmissioni per la comunicazione politica, sono anche tenuti “al rispetto dei principi di cui all’articolo 51,primo comma, della Costituzione, per la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini”.

Si tratta di una delle norme della legge a costo zero Mai più donne invisibili che la Rete per la Parità, un’altra delle associazioni firmatarie dell’Accordo per la democrazia paritaria, aveva chiesto al Governo Monti. In aderenza alla nuova norma e con riferimento anche al Contratto di servizio nel quale, sempre grazie alle pressioni delle donne, erano state introdotte disposizioni attente al genere, il Regolamento della Commissione di vigilanza RAI in vigore dal 6 gennaio ha disposto che sia assicurata “parità di condizioni nell’esposizione di opinioni politiche”, ma anche “un’equilibrata rappresentanza di genere tra le presenze”.

Il Regolamento della Commissione vale per il servizio pubblico, mentre è stato più difficile ottenere disposizioni di attuazione (approvate soltanto il 16 gennaio a seguito di una lettera di protesta dell’Accordo) dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che regolamenta anche le emittenze private ed è competente per far osservare le regole anche nel servizio pubblico.

Questa la teoria. Ma la pratica? Nella campagna elettorale in corso, ti risulta che la legge venga rispettata?

Se guardiamo in questi giorni, l’avvio della campagna elettorale nelle televisioni si direbbe proprio di no: ci viene servito il solito monopolio maschile e maschilista, salvo rare eccezioni.
La norma è ancora troppo recente e poco conosciuta? Sicuramente uno dei motivi è questo e come Accordo stiamo cercando innanzitutto di farla conoscere, e ringrazio VignaClaraBlog.it per questa intervista.

Ci sono anche altri fattori che incidono: innanzitutto le carenze della stessa legge originaria sulla par condicio, ormai datata, con un’Autorità di garanzia, collegata anche ad un CORECOM in ciascuna Regione che è piuttosto contestata. La Commissione parlamentare ha tutti i limiti della sua origine, ma, forse anche grazie all’impegno di un grande giornalista, il senatore Zavoli che la presiede, svolge i proprio compito correttamente.

Più oscuro il ruolo del terzo attore, il Ministero delle Comunicazioni, che per la sua connotazione ancora più “politica” degli altri due organismi, risente anche di tutti i limiti della legge sull’emittenza televisiva, la cosiddetta legge Gasbarri, degna erede della Legge Mammì.

Esistono sanzioni per il mancato rispetto?

Per ipotizzare l’applicazione di sanzioni ai comportamenti difformi dagli obblighi previsti dalla par condicio di genere, occorrono due presupposti: che la difformità sia ufficialmente rilevata e che scatti l’iniziativa dell’AGCOM. Per il monitoraggio purtroppo ci risulta che le tabelle elaborate in campagna elettorale sono state finora pubblicate sul sito dell’AGCOM in una versione ridotta, senza la parte dedicata alle fasce di programmazione e alla presenza di uomini e donne.

Come Accordo chiederemo formalmente a RAI e AGCOM che sia effettuato anche il rilevamento del pluralismo di genere e che venga assicurata la massima informazione per assicurare il rispetto delle nuove disposizioni.
Sulle sanzioni, ma soprattutto sull’obiettivo del riequilibrio, stiamo elaborando altre iniziative.

Dobbiamo approfondire i meccanismi della legge sulla par condicio e, come sempre accade, partendo da una questione che coinvolge le donne, si scopre che bisogna affrontare problemi più generali, che riguardano la democrazia, non solo quella paritaria.

Secondo te, sono i media a non privilegiare le donne in politica o sono i partiti a tenerle lontane dalla stanza dei bottoni e dai riflettori?

Nonostante la presenza di tante donne giornaliste nei media, anche in questi prevale, come nei soggetti politici, una schiacciante maggioranza di uomini nelle stanze dei bottoni. Comunque i reali interlocutori sono proprio i partiti e i movimenti politici.
Prosegue l’impegno delle associazioni di donne per evitare che la posizione dominante degli uomini porti a una reazione gattopardesca.

L’appuntamento è per il prossimo 28 gennaio, quando sarà presentata l’Agenda della democrazia paritaria, per presentare e discutere gli impegni per la prossima Legislatura e per garantire la Par condicio di genere in questa campagna elettorale.

Claudio Cafasso

Par condicio di genere: l’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria scrive a Commissione di vigilanza, Rai e AGCOM

ACCORDO DI AZIONE COMUNE PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA

Al Presidente Sergio Zavoli
e all’Ufficio di Presidenza
Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Alla Presidente Annamaria Tarantola
al Direttore Generale Luigi Gubitosi
e ai Direttori di testata
RAI TV
Al Presidente Angelo Marcello Cardani
Al Commissario relatore Francesco Posteraro
Al Segretario Generale Antonio Perrucci
e Al Segretario Generale ad interim Laura Aria
Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni

Come è noto la legge 28 del 2000, che regolamenta la “par condicio” sui media tra i soggetti politici che si presentano alle elezioni, è stata modificata dall’articolo 4 della legge 215 del 2012, entrata in vigore il 26 dicembre 2012.

All’articolo 1 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, e’ aggiunto, in fine, il seguente comma:
«2-bis. Ai fini dell’applicazione della presente legge, i mezzi di informazione, nell’ambito delle trasmissioni per la comunicazione politica, sono tenuti al rispetto dei principi di cui all’articolo 51, primo comma, della Costituzione, per la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini».

Purtroppo, nonostante tale importante novità, alla quale l’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria ha concorso, recepita nel Regolamento della Commissione di vigilanza e oggetto della circolare del 15 gennaio dell’AGCOM, finora le candidate donne hanno avuto l’opportunità di scarsissime presenze e altrettanto poche sono le giornaliste che conducono trasmissioni “politiche”.

Le tabelle di monitoraggio non includono i dati di genere e la stessa informazione sulla norma voluta dal Parlamento è inesistente. Basti citare il lungo servizio andato in onda il 18 gennaio all’interno del TG2 delle 20,30, che, oltre a ricostruire la nascita ed i contenuti della legge sulla par condicio, l’ha posta a confronto con quanto avviene in altri paesi ed ha diffusamente ricordato anche come si svolgeva la campagna elettorale nell’antica Pompei, omettendo però qualsiasi accenno all’equilibrio nelle presenze delle donne e degli uomini secondo le nuove disposizioni e nel rispetto dei principi costituzionali.

Tale situazione è inaccettabile, non solo perché aggiunge un ulteriore elemento che riduce, anziché favorire una maggiore presenza delle donne in politica, ma perché fa mancare, nelle discussioni che precedono il voto, la visione “di genere”, aumenta il distacco della maggioranza delle donne dalla politica e fornisce un’informazione distorta ad elettrici ed elettori.

Vi invitiamo a tener conto che il rispetto della par condicio incide, come affermato nella sentenza n. 155 del 2002 della Corte Costituzionale, sul diritto alla completa ed obiettiva informazione del cittadino “ tutelato in via prioritaria soprattutto in riferimento a valori costituzionali primari, che non sono tanto quelli relativi alla “pari visibilità dei partiti”, quanto piuttosto quelli connessi al corretto svolgimento del confronto politico su cui in permanenza si fonda, indipendentemente dai periodi di competizione elettorale, il sistema democratico.”
Di conseguenza chiediamo formalmente, a ciascuno degli organismi e delle persone in indirizzo, nella propria competenza, di adoperarsi perché in questa campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento e di tre Consigli regionali sia rispettata la par condicio, compresi gli aspetti “di genere”, oggetto principale delle nostre richieste, provvedendo:

  • a monitoraggi comprensivi di dati di genere da pubblicare secondo le disposizioni in vigore;
  • ad aprire gli spazi assegnati ad un numero di donne non rapportato soltanto a criteri già in partenza penalizzanti, come quello della presenza come capo della coalizione o capolista, per assicurare confronti svolti da donne e uomini in proporzione corrispondente alla composizione demografica del Paese;
  • a fornire una completa informazione sui contenuti della legge sulla par condicio, così come modificata dall’art. 4 della legge 215 del 2012;
  • ad agire tempestivamente d’ufficio, e/o tenendo in debito conto le segnalazioni che dovessero pervenire da parte di cittadine e cittadini o associazioni, sulle violazioni della par condicio.

Inviamo i nostri più cordiali saluti.

Daniela Carlà, Marisa Rodano, Rosanna Oliva
Roma, 19 gennaio 2013

morronir@libero.it
danielacarla2@mail.com

Elezioni Il calendario per la presentazione delle liste e delle candidature

Per le elezioni politiche i giorni sono domenica 20 e lunedì 21 gennaio 2013, per le elezioni regionali venerdì 25 e sabato 26 gennaio 2013

I partiti o gruppi politici, che intendono partecipare alle elezioni in programma domenica 24 e lunedì 25 febbraio 2013, devono depositare le liste e candidature, con le firme necessarie, con le seguenti diverse modalità:

Per le elezioni politiche presso le cancellerie delle Corti di Appello o dei Tribunali nei seguenti giorni e orari: domenica 20 gennaio (dalle ore 8 alle ore 20) e lunedì 21 gennaio 2013 (dalle ore 8 alle ore 20);

  • Per la ‘circoscrizione estero’ presso la cancelleria della Corte d’Appello di Roma nei seguenti giorni e orari: domenica 20 gennaio (dalle ore 8 alle ore 20) e lunedì 21 gennaio 2013 (dalle ore 8 alle ore 20).
  • Per le elezioni regionali le liste provinciali dei candidati alla carica di consigliere regionale dovranno essere presentate venerdì 25 gennaio (dalle ore 8 alle ore 20) e sabato 26 gennaio 2013 (dalle ore 8 alle ore 12) presso la cancelleria del Tribunale del capoluogo di provincia in cui ha sede l’ufficio centrale circoscrizionale; le liste regionali, in Lazio e Molise, e le candidature alla carica di Presidente della Regione, in Lombardia, dovranno essere presentate, nei medesimi giorni e orari, presso la cancelleria della Corte di Appello in cui ha sede l’ufficio centrale regionale.

http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/elezioni/2013_01_18_liste.html

Riceviamo dal CNDI

Una lezione brutale ma salutare ci viene dall’episodio di Lerici, dove un parroco ha affisso alle porte
della sua chiesa tesi sul femminicidio

Leggi in:

Donne uomini e provocazioni

AUGURI

50 e 50

Natale 2012 Anno Nuovo 2013

50 alle donne, 50 agli uomini

100 auguri

dalla Rete per la Parità

Associazione di promozione sociale

per la Parità uomo-donna

secondo la Costituzione Italiana

Un altro modo di governare le aziende

Le donne, il management, la differenza
30 novembre 2012 a Roma
Casa internazionale delle donne

Seminario promosso da Aspettare stanca e Donne senza guscio.

Il management che vediamo in azione ogni giorno ripete troppo spesso la stessa storia.

Manca un nuovo agire perché manca un nuovo pensiero. Ecco quindi il contributo di questo libro: nuovi pensieri e nuove pratiche, che mettono in discussione le pretese regole alla base del modello dominante. Pensieri e pratiche emergono dal confronto tra donne manager che, in ruoli decisionali importanti, hanno mantenuto vivo il loro stupore dinnanzi a ciò che appare insensato, ingiusto, non generativo, fonte di disvalore. In questi luoghi di uomini, anziché sforzarsi di adeguarsi, si sono fondate sulla propria differenza.

Mostrando che è possibile schivare l’aut aut tra assimilazione ed esclusione. Al centro dell’attenzione, un tema spesso lasciato tra le righe: il rapporto con il potere. Un potere “maschile”, che in azienda si manifesta troppe volte come dominio. Conservatore, autoreferenziale, lontano da chi lavora. Il punto di vista differente mostra i guasti di questo potere, e porta un altro modo di intendere l’azienda: luogo dove convergono interessi diversi ma dei quali – tutti – bisogna tenere conto.

Emerge così un nuovo, più sensato atteggiamento orientato alla guida, alla cura e al governo. Si tratta di una opportunità da cogliere, per le donne, per chi dirige l’azienda e chi vi lavora, per le aziende nel loro insieme. La differenza femminile ha questa portata: allarga e cambia gli orizzonti manageriali.

Seminario

Donne-senza-guscio2-212x300

Le donne, il management, la differenza 30 novembre, ore 16,30
a Roma- Casa internazionale delle donne

Un altro modo di governare le aziende

Seminario promosso da Aspettare stanca e donne senza guscio