Appello dopo le elezioni del febbraio 2013

L’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria lancia un Comunicato appello dopo le elezioni del febbraio 2013

COMUNICATO/APPELLO

Le associazioni, reti e movimenti aderenti all’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria si felicitano del fatto che, per la prima volta nella storia della Repubblica, oltre il venticinque per cento degli eletti nel nuovo parlamento siano donne, e tra esse, molte giovani: in dettaglio (salvo aggiornamenti dovuti alle opzioni) 86 elette al Senato (27,3%) e 179 alla Camera (28,4%).

Desta però preoccupazione che ciò avvenga in un quadro di grande incertezza politica dovuta alla mancanza di maggioranza al Senato della coalizione giunta prima alla Camera dei Deputati, col rischio di una breve durata della legislatura e che, perciò, le elette non siano poste in condizione di esercitare l’azione di rinnovamento di cui potrebbero essere protagoniste.

Le firmatarie dell’accordo chiedono che si tenga conto della accresciuta presenza femminile e che, perciò, vengano assegnati alle donne posti di responsabilità e di potere nelle Presidenze delle Assemblee, delle Commissioni e delle Giunte parlamentari e ritengono che, poiché si dovrà in ogni caso procedere alla elezione del Capo dello Stato, si possa avanzare la proposta di eleggere una donna alla Presidenza della Repubblica. Esse chiedono altresì che la metà dei ministri del Governo che comunque dovrà costituirsi siano donne.

Le firmatarie dell’accordo ritengono che la pressione esercitata dai movimenti delle donne che operano nella società civile, in particolare da quelle riunite nell’Accordo, abbia contribuito a convincere almeno alcune delle formazioni politiche scese in campo in questa competizione elettorale della necessità di mettere donne in lista per dimostrare che si voleva operare un rinnovamento del personale politico.

Tuttavia non si può ignorare la circostanza che, in gran parte, la accresciuta presenza delle donne in Parlamento sia (malgrado alcuni partiti siano ricorsi a primarie per la scelta dei candidati o alla loro designazione tramite il Web) più il risultato di un processo di cooptazione e di scelta compiuta dagli uomini, anche grazie alla legge elettorale vigente, che non a una vera elezione. Se ne trova conferma nel risultato, meno soddisfacente, ottenuto dalle donne nelle elezioni del Lazio, della Lombardia e del Molise: secondo i dati finora disponibili, il 18% nel Lazio, il 18,75% in Lombardia, due sole donne elette in Molise.

Gran parte delle elette provengono dai “listini” del Presidente: è dunque evidente che è urgente introdurre, in tutte le elezioni in cui si vota con preferenza, la doppia preferenza di genere.

Le firmatarie dell’Accordo chiedono che in ogni caso il nuovo Parlamento:

  • metta mano subito alla modifica della legge elettorale introducendo “regole elettorali women friendly” che, quali che sia il metodo elettorale adottato, prevedano norme di garanzia per la presenza delle donne nelle liste e per assicurare parità di opportunità per essere elette e che raccordi i rimborsi elettorali (sia pur adeguatamente ridotti) alla percentuale di donne elette;
  • una legge che regoli il sistema dei partiti secondo l’articolo 49 della Costituzione, prevedendo anche norme per la parità di genere negli organi politici, in particolare quelli incaricati della selezione delle candidature.
  • norme di trasparenza e di riduzione dei costi delle campagne elettorali.

Le firmatarie dell’accordo chiedono ai neoleletti Presidenti del Lazio, della Lombardia e del Molise di comporre giunte con il 50% di donne e di pronunciarsi per una modifica delle leggi elettorali regionali, che introducano la doppia preferenza di genere.

Roma – 1 marzo 2013

LE FIRMATARIE:

NOI RETE DONNE
AFFI – ASSOCIAZIONE FEDERATA FEMMINISTA INTERNAZIONALE
SE NON ORA QUANDO
AGI ( Ass. Giuriste Italiane – sez. romana)
AIDOS
ANDE
ASPETTARE STANCA
ASSOCIAZIONE ALMA CAPPIELLO
ASSOCIAZIONE BLOOMSBURY
ASSOCIAZIONE DONNE BANCA D’ITALIA
ASSOLEI
CENTRO ITALIANO FEMMINILE
COMMISSIONE DIRITTI E PARI OPPORTUNITÀ ASS.NE STAMPA ROMANA
CONSULTA DONNE DI COLLEFERRO
COORDINAMENTO ITALIANO LOBBY EUROPEA DELLE DONNE
COORDINAMENTO NAZIONALE DONNE ANPI
CORRENTE ROSA
CRASFORM Onlus
DOLS DONNE ONLINE
DONNE CHE SI SONO STESE SUI LIBRI E NON SUI LETTI DEI POTENTI
DONNE E INFORMAZIONE
DONNE IN QUOTA
DONNE IN RETE PER LA RIVOLUZIONE GENTILE
DONNE PER MILANO
DONNE ULTRAVIOLETTE
FIDAPA
FONDAZIONE ADKINS CHITI – Donne in musica
FONDAZIONE NILDE IOTTI
GIO (Osservatorio studi di genere, parità e pari opportunità)
GIULIA (Giornaliste Unite Libere Autonome)
IL CORPO DELLE DONNE
IL PAESE DELLE DONNE
INGENERE
LA META’ DI TUTTO
LE NOSTRE FIGLIE NON SONO IN VENDITA
LIBERA DONNA
LIBERE TUTTE – Firenze
LUCY E LE ALTRE
MOUDE (Movimento Lavoratrici dello spettacolo)
MOVIMENTO ITALIANO DONNE PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA
NOID TELECOM
NOI DONNE
NOIDONNE 2005
PARIMERITO
PARI O DISPARE
PROFESSIONAL WOMEN’S ASSOCIATION
RETE ARMIDA
RETE PER LA PARITA’
SOLIDEA
TAVOLA DELLE DONNE sulla violenza e sicurezza città di Bologna
UDI
USCIAMO DAL SILENZIO
WOMEN IN THE CITY

In Francia due candidati, un uomo e una donna per ogni cantone

L’Assemblea nazionale ha adottato mercoledì la creazione del voto a maggioranza congiunta destinata ai servizi, con due candidati per ogni distretto, un uomo e una donna nel contesto di un disegno di legge sulle elezioni locali.


Le scrutin binominal adopté pour l’élection des conseillers départementaux.
L’Assemblée nationale a adopté mercredi soir la création du scrutin majoritaire paritaire pour les départements, avec deux candidats par canton, un homme et une femme, dans le cadre d’un projet de loi du gouvernement sur les élections locales.

Les députés PS, majoritaires, ont voté en faveur de ce nouveau dispositif, totalement inédit. En revanche, à gauche, les élus Europe Ecologie-Les Verts se sont abstenus et ceux de la Gauche démocrate et républicaine ont voté contre. A droite, UMP et UDI ont également voté contre.

Ce projet, défendu par le ministre de l’Intérieur Manuel Valls, avait été rejeté par le Sénat en janvier. Il s’y était aussi heurté à l’hostilité de la droite et du centre, mais aussi à l’abstention, sur tout ou partie du texte, du Front de gauche et des écologistes, qui auraient préféré un scrutin proportionnel, ainsi que des Radicaux de gauche.

Pour Manuel Valls, le vote des députés “marque une étape importante dans la rénovation de la démocratie locale. En adoptant le scrutin binominal, l’Assemblée nationale a fait le choix de la modernité, celui de la parité et de la proximité”.

Il a aussi souligné que “lors des débats, l’opposition n’est pas parvenue à proposer d’alternative crédible au projet du gouvernement” et “s’est opposée obstinément à l’extension de la parité dans les départements”.

Au nom de l’UMP, Guillaume Larrivé a affirmé que “ce scrutin va créer de la confusion et des situations d’inefficacité”. “Il crée aussi une situation cousue de fil blanc puisqu’il donne au gouvernement l’occasion de redessiner la carte cantonale avec des ciseaux dangereux pour la ruralité”.

“Je vous demande de surseoir à votre binôme pour que nous puissions trouver une solution alternative”, a lancé de son côté l’UDI François Sauvadet, estimant que le gouvernement n’avait pas mené “une véritable concertation” sur son projet.

Marc Dolez (Gauche démocrate et républicaine) a reproché à ce scrutin de ne pas comporter de proportionnelle, un argument repris par Paul Molac (EELV).

Les députés se sont ensuite attaqués à l’article 3 du projet de loi, qui prévoit la réduction de moitié du nombre de cantons, afin de garder le même nombre d’élus départementaux.

Source AFP

Elezioni politiche: dopo i programmi anche le liste sul sito del Ministero dell’Interno

Finalmente da ieri 15 febbraio sul sito del Ministero dell’Interno anche le liste presentate per le elezioni del Parlamento nelle varie circoscrizioni elettorali.

E’ una grande soddisfazione per un importante risultato dovuto alla costanza dell’impegno di Aspettare stanca. La piccola Associazione nata nel 2006 proprio sull’onda dello sdegno per una legge elettorale presentata come necessaria per assicurare la governabilità , che in realtà aveva altri obiettivi, come era chiaro dal primo momento solo agli addetti ai lavori e come ammesso successivamente anche dai suoi stessi autori.

Ma c’è anche e l’amara constatazione che l’informazione completa e ufficiale alle elettrici e agli elettori su simboli, coalizioni, programmi e liste arriva quando la data della chiamata alle urne è vicina e che per ottenerla siano stati necessari lettere, telefonate, articoli sui giornali e lettere di legali.

Sempre sul tema del’informazione, ancora più penosa la vicenda della par condicio di genere, non rispettata in questa campagna elettorale, ma che dovrà essere perseguita anche nel più vasto ambito dell’informazione politica.

Ora aspettiamo anche le liste delle candidate e dei candidati

“On-line coalizioni, leader e programmi: un servizio che il ministero dell’Interno offre al cittadino per garantire trasparenza alla competizione elettorale
I leader che si candidano alla guida del Paese, ciascuno con un proprio simbolo o una coalizione di simboli e un proprio programma.

Ecco l’elenco contenente tutti i leader candidati alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 con, a fianco di ciascuno, i simboli dei partiti collegati e i relativi programmi elettorali
http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/speciali/elezioni_politiche_regionali_2013/liste_leader_programmi.html

Ecco quanto compare sul sito del Ministero dell’Interno, dopo che abbiamo dovuto inoltrare a mezzo dell’avv. Antonella Aselmo, dello Studio Lemme, un pressante sollecito, (inviato per conoscenza anche all’Ufficio Elettorale Centrale Nazionale presso la Corte di Cassazione e all’Osservatorio OSCE del MAE), alla nostra lettera del 20 gennaio scorso.Lettera 7 2 2013 + all ti

In effetti stamani era annunciata anche la pubblicazione delle liste,e, dopo una nostra richiesta di delucidazioni, è stata cambiata la scritta.

Ci auguriamo che quanto prima compaiano anche le liste, come del resto era avvenuto, proprio per richiesta di Aspettare stanca, nelle precedenti due consultazioni elettorali con l’attuale legge.

Alla soddisfazione per il risultato si accompagna l’amarezza per dover constatare ancora una volta che occorra attivarsi per raggiungere obiettivi che ci si aspetterebbe ormai consolidati.

Accordo di azione comune per la democrazia paritaria

AGENDA PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA

Report 28 gennaio 1

All’incontro organizzato dall’ACCORDO DI AZIONE COMUNE PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA, a Roma il 28 gennaio u.s., nella sala della Mercede della Camera dei deputati, sull’AGENDA PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA hanno partecipato numerose candidate alle elezioni del Parlamento e delle Regioni e rappresentanti delle associazioni firmatarie. Va precisato che, per misure di sicurezza, essendo la sala piena, a molte persone, giunte dopo le 15,30, è stato impedito l’ingresso.

Al saluto inaugurale del Presidente della Camera, Onorevole Gianfranco Fini, ha fatto seguito la lettura del messaggio inviato dal Presidente del Consiglio, senatore Mario Monti.

Daniela Carlà ha coordinato i lavori alternando gli interventi introduttivi di Agnese Canevari, Silvia Garambois, Irene Giacobbe, Paola Diana e Rosanna Oliva sui temi oggetto del dibattito, a quelli delle candidate e di alcune delle rappresentanti delle associazioni firmatarie dell’Accordo.

Hanno preso la parola Giulia Bongiorno, ( Scelta Civica con Monti per l’Italia, Senato e come Presidente alla Regione Lazio), Titti di Salvo (SEL, Camera, capolista in Lombardia), Annalisa Minetti ( Scelta Civica con Monti per l’Italia, Camera, Lazio), Anna Falcone (Rivoluzione Civile, Camera, Sicilia), Graziella De Viti (Donne in quota), che a Milano sta organizzando, in sinergia con l’Accordo di azione comune, e insieme a Rete delle reti femminili, un convegno per il dopo elezioni, sull’analisi dei dati elettorali e sulle difficoltà incontrate dalle candidate donne), Luisa Rizzitelli (Patto Civico per Ambrosoli, Regione Lombardia), Teresa Petrangolini (PD, listino Regione Lazio); Alessandra Servidori (Consigliera Nazionale Parità), Marina Lilli Venturini (Presidente Nazionale dell’ANDE) e Francesca Piazza (Presidente ANDE Roma), che hanno riferito sull’esito positivo dei ricorsi presentati dall’Ande contro le giunte monosex di due comuni del Lazio, Roberta Agostini (PD, candidata alla Camera, Campania) che ha anche portato il saluto del Segretario del PD, Pierluigi Bersani; Laura Puppato (PD, capolista al Senato- Veneto), ha inviato un messaggio che è stato letto a suo nome da Alessandra Bailo Modesti.

Luigi Ricci del Centro Studi Barometro ha illustrato i dati di uno studio sulle candidature di probabile successo e sulle disparità gravissime esistenti attualmente nelle nomine negli Enti: una sola donna su 15 componenti la Corte Costituzionale, soltanto due nel CSM, nessuna donna presidente di Autorità, un direttore centrale su 11 in Bankitalia.

Erano inoltre presenti le candidate: Rosita D’Angiolella (Scelta Civica con Monti per l’Italia, Senato, Campania), Cecilia D’Elia (SEL Camera, Lazio) , Monica Cirinnà (PD Senato, Lazio), Rosamaria Chimisso ( Rivoluzione Civile, Camera, Lazio), Emilia Basile (PD, listino Regione Lazio), Valentina Grippo, (PD, capolista- Regione Lazio), Luisa Laurelli (PD, Senato- Lazio) Giovanna Marchese Bellaroto (Lista civica per Giulia Bongiorno presidente, Regione Lazio) Rita Capponi ( Rivoluzione Civile, per Ruotolo Presidente Regione Lazio) Marta Bonafoni (PD, listino Regione Lazio), Tatiana Campioni (Lista civica per Zingaretti- Regione Lazio), Loredana de Petris (SEL, capolista al Senato – Lazio).

Per motivi elettorali non hanno potuto essere presenti, ma hanno comunicato di essere molto interessate alle proposte dell’Accordo, le candidate: Marilisa D’Amico (PD –Senato, Lombardia), Mara Carfagna (PDL, Camera Campania), Pia Locatelli (PD, Camera- Lombardia), Luisa Gnecchi (PD, Camera- Trentino- Alto Adige) Valeria Fedeli (PD, capolista Senato- Toscana.)

Daniela Carlà ha concluso i lavori con un vibrante appello alle donne a farsi valere senza timidezze e complessi di inferiorità e, soprattutto, senza eccessi di riconoscenza verso i dirigenti di partito che le hanno indicate nelle liste o sostenute nelle primarie .

L’Accordo monitorerà nell’immediato futuro sia l’azione dei media Rai e privati in materia di par condicio di genere, sia i risultati delle elezioni nazionali e regionali.

L’Accordo continuerà anche nell’impegno per assicurare il rispetto della democrazia paritaria nella composizione del prossimo Governo.

L’Accordo si augura che il prossimo Parlamento vari norme per garantire nelle elezioni, a tutti i livelli, il completamento del quadro normativo, dopo la positiva approvazione della legge c.d. ‘doppia preferenza’ dovuta anche all’azione di pressione dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria.

Sul sito del Ministero, accanto ai simboli anche programmi e capi coalizione

Un articolo sulle novità dal Parlamento e dai TAR sulle Giunte paritarie

Donne nelle giunte: dal Tar Piemonte e Tar Lazio importanti novità

Sul finire della legislatura con poco clamore mediatico e quasi in punta di piedi è stata approvata la legge 215 del 23 novembre 2012, con cui per la prima volta dal 2003 si dà una prima concreta applicazione al novellato articolo 51 della Carta Costituzionale che impegna la Repubblica, in tutte le sue articolazioni, ad adottare appositi provvedimenti per favorire le pari opportunità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive e agli uffici pubblici.

Con la legge 215 tra le diverse disposizione contenuto al suo interno vi è l’obiettivo primarie di incentivare la presenza delle donne negli enti locali, in modo particolare favorendone l’elezioni nei Consigli comunali attraverso una modifica della legge elettorale e introducendo la cosiddetta “preferenza di genere” (una doppia scelta per l’elettore che potrà optare nel votare per due candidati di sesso diverso) e dall’altro l’obbligo per sindaci e presidenti di provincia a non lasciare alla porta le donne nella composizione degli esecutivi locali, nelle giunte quindi.

La legge 215/2012 recepisce a livello legislativo un’ormai consolidata giurisprudenza amministrativa che dal 2005, per poi affermarsi poi definitivamente a partire dal 2009, ha visto diversi TAR regionali sanzionare e annullare la composizione di quelle giunte regionali o degli enti locali che non vedevano al loro interno la presenza di donne o ne avessero in numero troppo esiguo, con un’evidente mancato rispetto, da un lato di norme statutarie dei singoli enti, e dall’altro di disposizioni normative nazionali e comunitarie e, ovviamente, lesive dell’articolo 51 della Carta Costituzionale.

In queste prime settimane del 2013 i tribunali amministrativi sono tornati ad esprimersi nuovamente sul tema della presenza più o meno paritaria ed equilibrata delle donne nelle giunte, alla luce anche di quanto contenuto nelle nuove norme della legge 215/2012.

Con la sentenza n. 24/2013 il Tar Piemonte ha annullato la composizione della giunta del comune di Rivoli e dal ragionamento in punta di diritto approntato dai giudici viene ribadita l’ormai consolidata portata precettiva del principio di pari opportunità all’accesso agli uffici pubblici e alle cariche pubbliche, di cui all’art. 51 della Carta Costituzionale, che diviene quindi un parametro di legittimità dell’attività amministrativa, in cui rientra anche il decreto di nomina degli assessori, che non viene ormai più considerato da gran parte della dottrina e della giurisprudenza un atto meramente politico, ma amministrativo a tutti gli effetti.

A rafforzare quanto stabilito dall’articolo 51 della Carta Costituzionale vi sono norme di carattere primario e statutarie (l’art. 9, comma 4, dello Statuto del Comune di Rivoli prevede che “nella composizione della Giunta si deve tendere ad equilibrare la presenza di entrambi i sessi”), ma soprattutto quanto contenuto nella nuova legge 215/2012, che ha dato un tenore di carattere precettivo sull’applicazione del principio di pari opportunità ed equilibrio di genere Introdotto dall’articolo 6, comma 3, del d.lgs. 267/2000, per cui il principio della paritaria rappresentanza dei sessi nelle giunte non deve essere più ormai meramente “promosso”, ma “garantito”.

Più estensiva a favore della democrazia paritaria la sentenza 633/2013 del Tar Lazio che ha annullato la composizione della giunta del comune di Civitavecchia, in cui vi era una sola donna tra i componenti. In questo caso i giudici amministrativi non si sono solamente limitati ad adeguarsi ai precedenti giurisprudenziali in materia, ma sono andati oltre, con un’interpretazione estensiva del principio di pari opportunità, con uno sguardo ampio anche alla legislazione e alla giurisprudenza europea.

Le pari opportunità, secondo i giudici laziali, non sono garantite dalla mera presenza di una sola donna nella composizione della giunta (in questo caso si perde l’efficacia del principio, diventa una presenza simbolica), ma si dovrebbe per lo meno tendere a una soglia di garanzia quanto più vicina al riequilibrio tra i sessi, che può indicarsi nel 40% di persone del sesso sotto-rappresentato, al fine di dare applicazione alla precettività delle norme in tema di pari opportunità. Il criterio numerico adottato dai giudici ha trovato riconoscimento nella Direttiva dell’Unione Europea, adottata a novembre 2012 dalla Commissione UE con riguardo ai consigli di amministrazione delle grandi società quotate in borsa. Come dire perché il principio deve valere per i grandi manager e non per i sindaci e amministratori pubblici?

Francesca Ragno

La Camera blu su “Le politiche del presente”

Per la prima volta online la rivista di studi di genere curata dal Dottorato in Studi di Genere dell’Università di Napoli – Direttore responsabile Caterina Arcidiacono.

Il numero, con articoli tutti di estremo interesse, è dedicato alle politiche del presente.

Segnaliamo:
l’editoriale di Caterina Arcidiacono, componente del Comitato Scientifico della Rete per la Parità, La camera blu. Rivista di studi di genere, Italia, 0, jan. 2013. Disponibile all’indirizzo:
http://www.camerablu.unina.it/index.php/camerablu/article/view/1357/1461

Quegli uomini che dominano in tv

I programmi in prima serata quasi senza donne mentre nei Tg Rai 9 presenze su 10 sono maschili. E l’Agcom le dimentica nel Regolamento.

di Flavia Amabile

Tutti conoscono la «par condicio» politica, quella che impone un eguale trattamento tra i partiti nelle loro presenze in tv in modo da evitare differenze troppo marcate nella loro visibilità. Da quest’anno è obbligatoria anche la «par condicio di genere», e quindi è necessario garantire pari opportunità nei programmi televisivi tra donne e uomini. È l’effetto di una modifica della legge storica sulla «par condicio» del 2000, entrata in vigore il 26 dicembre scorso.

Complice le vacanze di Natale, o chissà che altro, la modifica non era stata inserita nel Regolamento applicativo diffuso il 4 gennaio dall’Agcom, l’Autorità per le Comunicazioni.

Sono dovuti passare undici giorni ed è stata necessaria una lettera di protesta per veder porre rimedio alla mancanza con una circolare che ricordava la nuova norma. Ci si sarebbe aspettati un adeguamento da parte delle emittenti televisive, la parità dietro lo schermo.

«Invece, nulla», denuncia Rosanna Oliva, presidente della Rete per la Parità e fondatrice di «Aspettare stanca», due delle 50 associazioni firmatarie dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria che hanno inviato la lettera di protesta all’Agcom e che stanno lavorando per ottenere «par condicio» nelle candidature e nei programmi televisivi.

E quando Rosanna Oliva dice «nulla», non è solo un modo di dire. Non solo era stata dimenticata la nuova norma ma non vengono nemmeno pubblicati i dati sulle presenze donne/uomini in tv, come sarebbe previsto. «Non abbiamo fatto in tempo – fanno sapere dall’Agcom – i dati saranno pubblicati tutti alla fine della campagna elettorale. E comunque l’obbligo non esiste».

Le associazioni di donne non sono d’accordo e anche su questo punto annunciano battaglia e pretenderanno la diffusione dei dati a partire almeno da febbraio. Finora, quindi, esiste un solo dato ufficiale sulle presenza di donne in tv in quest’inizio di campagna elettorale, arriva dall’Osservatorio di Pavia e si riferisce ai soli programmi della Rai. Agli uomini va il 96, 1% delle presenze durante i tg e il 76.8% durante i talk show. Dati decisamente desolanti.

Dalla rilevazione effettuata dalla Stampa sui principali programmi di approfondimento serale, da Porta a Porta a Ballarò e Servizio Pubblico risulta che, ad esempio, Bruno Vespa abbia realizzato sette puntate dal 12 al 21 gennaio con una sola donna ospite prima di ravvedersi e prevedere una serata di «mea culpa» con sole donne in studio. Italia Domanda, la trasmissione di Canale 5, trasmette tre puntate con soli uomini e alla quarta il 23 gennaio invita anche una donna, Linda Lanzillotta, insieme con cinque uomini. Servizio Pubblico di Michele Santoro fa informazione senza donne per le prime due puntate alla terza (non a caso il 24 gennaio) si adegua e invita due donne, Mara Carfagna e Lara Comi. A Ballarò, nelle tre puntate trasmesse, si salvano grazie alla presenza di economiste, sindacaliste e giornaliste, ma la presenza femminile politica in senso stretto è irrilevante.

Aggiornamenti sulla par condicio di genere

ELEZIONI NAZIONALI E REGIONALI E PAR CONDICIO DI GENERE RADIO- TV

GENNAIO 2013

La Rete per la Parità in questi giorni, in collaborazione con Aspettare stanca, sta svolgendo un lavoro molto importante, che amplia i suoi effetti perché inserito nel quadro dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria, al quale entrambe le associazioni hanno aderito.

1. Donne nelle liste elettorali. Come avrete notato, in seguito alle continue pressioni esercitate dalle associazioni in questi anni, diversi partiti, anche in assenza di norme di garanzia di genere (le cosiddette quote rosa) hanno dato uno spazio maggiore alle donne nelle liste elettorali. Un risultato di cui dobbiamo essere molto contente, anche se dobbiamo constatarne i limiti: non tutti i partiti sono stati sensibili, non sempre sono trasparenti i criteri di scelta, e non sempre le donne sono in posizioni favorevoli a una loro effettiva elezione. C’è poi la questione di quale rapporto costruire tra le donne elettrici e le candidate e elette. Un passo in tal senso è l’importante evento del 28 gennaio (Roma) di incontro pubblico con le candidate, costruito dalle 50 associazioni dell’Accordo, di cui la Rete per la Parità fa parte.

2. Candidate e par condicio di genere nelle emissione radiotelevisive. C’è un altro aspetto molto importante: la questione della visibilità delle candidate. E’ stato necessario un lavoro approfondito per superare i mille ostacoli a una presenza effettiva e paritaria delle donne nei programmi radiotelevisivi in periodo elettorale, a livello nazionale, regionale e comunale. Anche qui vanno registrati dei buoni risultati, ma occorre ancora impegnarsi per rendere effettivi diritti altrimenti destinati a restare inapplicati:

Tra i risultati ottenuti grazie alle battaglie fatte:

  • La legge 28 del 2000 sulla “par condicio” prevede ora anche la pari opportunità tra uomini e donne (art. 4 della legge 215 del 2012 )
  • Il recepimento del principio nel Regolamento emanato dalla Commissione di vigilanza RAI.
  • l’Autorità per le Garanzie nella Comunicazione (AGCOM), che ha il compito istituzionale di vigilare sulle violazioni alla par condicio nei media, il 15 gennaio 2013 ha emanato una Circolare per la par condicio di genere.

In senso più generale, è importante ricordare la Sentenza della Corte Costituzionale (n. 155 del 2002): la par condicio non è prevista per assicurare equa-presenza ai partiti, ma per garantire il diritto alla completa e obiettiva informazione dei cittadino.

Punti critici ancora non risolti

L’AGCOM non pubblica sul sito i dati di genere nei monitoraggi che per legge è obbligata a fare, impedendo così la verifica settimanale di quanto spazio è stato effettivamente dato alle candidate e, di conseguenza, omettendo le diffide al riequilibrio e l’applicazione delle sanzioni in caso di inosservanza alle stesse. La cosa è particolarmente importante per le prossime elezioni regionali dove le leggi elettorali di Lazio, Lombardia, e Molise prevedono un’unica preferenza, e quindi la visibilità è essenziale per le donne candidate per farsi conoscere e apprezzare dall’elettorato.

Di conseguenza anche i Comitati Regionali per le Comunicazioni (CORECOM), che svolgono compiti importanti per il livello locale, omettono una corretta informazione, così come la stampa e i media.

– Continuano le pressioni del’Accordo di azione comune per a democrazia paritaria verso l’AGCOM, allargate anche al Consiglio Nazionale degli utenti (CNU), ai CORECOM e nei confronti dei mass media, perché le nuove disposizioni siano conosciute e rispettate.

In che modo collaborare?
E’ evidente che come associazioni non possiamo immaginare di organizzare un monitoraggio sistematico, come fanno per es. i partiti (trascurando peraltro la questione delle presenze o assenze delle donne). Possiamo però esercitare pressione segnalando il più possibile episodi di non applicazione delle norme o di loro interpretazione anomala (per esempio, come avvenuto di recente, in una puntata di un noto Talk Show invitare solo donne e alla successiva solo uomini) Quando si riscontra una sottorappresentazione delle donne in una trasmissione radiofonica o televisiva, in emittenti pubbliche o private, scaricate dal sito della Rete per la Parità http://www.reteperlaparita.org/wp/?p=894 o dal Blog di Aspettare stanca http://aspettarestanca.wordpress.com/2013/01/24/per-il-rispetto-della-par-condicio/, il modulo che abbiamo predisposto e le istruzioni per trasmetterlo, in modo da attivarvi e far attivare altre persone e associazioni per il rispetto della par condicio di genere.

Il modulo. indirizzato all’AGCOM agcom@cert.agcom.it – va inviato anche a parcondicio@agcom.it, al CORECOM competente (gli indirizzi si trovano sul sito dell’AGCOM)
e in cc anche a Rete per la Parità segreteria.reteperlaparita@gmail.com

e Noi rete donne mrodano4@gmail.com

NB Nel caso di trasmissioni della RAI TV la mail con il modulo va inviato anche alla
Commissione di Vigilanza RAI vigilanzarai@senato.it

Denuncia di violazione delle disposizioni previste dalle delibere n. 666/12/CONS e n.13/13/13/CONS ai sensi della legge 23 novembre 2012 n.215 recante “Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei Consigli e nelle Giunte degli Enti Locali e nei Consigli Regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle Pubbliche Amministrazioni.”

LA DENUNCIA DEVE ESSERE COMPILATA IN TUTTE LE SUE PARTI

All’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – Direzione contenuti audiovisivi e multimediali – Centro direzionale isola B5 – 80143 Napoli – fax n. 081/750706 – agcom@cert.agcom.it

 Al Corecom della regione / provincia autonoma di _________________________________

Dati del segnalante

Nome e cognome

Residenza/Sede (via/piazza — n. –)

Città (cap)

Fax

E-mail

Recapito telefonico (fisso o mobile)

Denuncia

Emittente o fornitore di servizi di media

Denominazione programma

gg/mm/aa e orario 00:00

Descrizione del fatto:

Luogo e data Firma della/del segnalante

___________ ____________

Donne, Media, comunicazione e Donne nelle carriere pubbliche

Vi segnaliamo l’articolo di Serena Dinelli, cofondatrice di Aspettare stanca e Rete per la Parità, nella quale è responsabile dell’area media e comunicazione: DINELLI, S. Donne, Media, comunicazione trent’anni dopo: presenze e linee di lavoro nel movimento delle donne in Italia.

La camera blu. Rivista di studi di genere, Italia. Disponibile all’indirizzo: http://www.camerablu.unina.it/index.php/camerablu/article/view/1366

e quello di Rosanna Oliva, cofondatrice e presidente delle stesse associazioni: OLIVA, R. Verso la Parità: le donne nelle carriere pubbliche. Il lavoro delle donne e la Costituzione italiana. La camera blu. Rivista di studi di genere, Italia. Disponibile all’indirizzo: http://www.camerablu.unina.it/index.php/camerablu/article/view/1374