Museo virtuale della memoria culturale delle donne afghane al Museo nazionale delle Civiltà

Si è avviata la creazione del Museo online, ospitato dalla piattaforma Con/Tradizioni del Museo delle Civiltà, ideato da Zeinab Albufalzil, giovane donna di grande cultura; un Museo per la salvaguardia della storia e della cultura delle donne afghane da realizzare, con la  consulenza scientifica della Professoressa Giuliana Cacciapuoti, esperta di cultura arabo islamica e fondatrice di GCCK “connecting knowledge”, per far conoscere la cultura, i valori, le tradizioni e le produzioni artistiche delle donne afghane e conservare la memoria della loro storia millenaria.

Nel luglio scorso la Rete per la Parità – APS e la FCEI – Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa con il Museo delle Civiltà, individuato e contattato dalla Professoressa Giuliana Cacciapuoti, considerato che proprio questa importante istituzione del nostro Paese custodisce numerosi e preziosi reperti artistici dell’Afghanistan.

Zeinab Albufalzil è arrivata in Italia nel luglio 2022 in un gruppo di sessantanove afghane e afghani di origine hazara, per sottrarsi alle persecuzioni in cui sarebbe incorso in Afghanistan. Successivamente per ciascun componente del gruppo è stato costruito e sta per concludersi un progetto individuale sulla base delle personali competenze ed aspirazioni.

Un risultato dovuto ai costanti e costruttivi contributi che, a livello centrale e periferico, le Associazioni aderenti alla Rete per la Parità – APS, referente Sandra Sarti, e la FCEI, referente Giulia Gori, hanno offerto alle persone rifugiate.

Legge di riforma del cognome: la Rete per la Parità – APS rilancia la richiesta al Parlamento

Sono otto anni che attendiamo che il Parlamento approvi la legge di riforma organica del cognome, seguendo le chiare indicazioni della Corte costituzionale. Esprimiamo un cauto ottimismo“. Con queste parole, Rosanna Oliva de Conciliis, Presidente onoraria dell’associazione di promozione sociale Rete per la Parità, ha dato inizio al Convegno dal significativo titolo “Riforma organica del cognome: dopo otto anni arriverà?”. 

Si tratta della riforma che è stata definita “indifferibile” dalla Corte costituzionale già con la sentenza n. 286 del 2016, e “impellente” con la seconda, la n. 131 del 2022. Rosanna Oliva de Conciliis ha poi letto i messaggi della Ministra per le Riforme e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati, della Sen.ce Giulia Bongiorno e del Presidente emerito della Corte costituzionale Giuliano Amato. A lui Rosa Oliva de Conciliis ha rivolto un sentito grazie visto che è stato relatore della prima sentenza e che durante la sua presidenza la Consulta si è pronunciata con la seconda e “fondamentale” sentenza sul doppio cognome, redatta da Emanuela Navarretta.

E’ necessaria una legge, accompagnata dalle conseguenti modifiche alle disposizioni regolamentari, a completamento dell’introduzione del doppio cognome per legge e per l’ottavo anno consecutivo la Rete per la Parità-APS ha organizzato un convegno per sensibilizzare e sollecitare l’intervento del Parlamento e del Governo. Un impegno lungo, costante e sostenuto da  esperte ed esperti, alcuni dei quali recentemente sono stati auditi dalla Commissione Giustizia del Senato. La Commissione, presieduta da Giulia Bongiorno, che dallo scorso gennaio sta esaminando in sede redigente i quattro Disegni di legge sull’attribuzione del cognome.

Relatrice la vicepresidente del Senato Sen.ce Anna Rossomando che purtroppo non ha potuto intervenire al Convegno a causa di un grave problema familiare sopravvenuto. Tra gli interventi, intercalati dalla lettura da parte di Teresa Polimei di articoli della Costituzione e brani delle sentenze della Corte, significativo quello di Manuela Magalhães, madre protagonista della storica sentenza del 2016 e le relazioni delle costituzionaliste Carla Bassu e Silvia Illari.

Ravvisiamo un’apertura sul tema da parte della presidente Bongiorno e confidiamo di andare avanti in tempi rapidi”, ha dichiarato la Senatrice Simona Malpezzi, prima firmataria del Disegno di legge del PD, e la Senatrice Alessandra Maiorino, prima firmataria della  proposta dal Movimento 5 Stelle, nel suo intervento ha appoggiato il sorteggio come soluzione quando manca l’accordo dei genitori sull’ordine dei cognomi.

Durante la Tavola rotondamoderata da Anna Laura Bussa, Capo servizio della Redazione Politico Parlamentare dell’Ansa, alla quale è intervenuta anche Anna Doro, fondatrice di  #nonsitornaidietro, a dimostrazione dell’interesse al tema da parte di tante associazioni, le avvocate Antonella Anselmo e Susanna Schivo e la notaia Alessandra Mascellaro hanno animato il dibattito confrontandosi sui contenuti della riforma e la statistica Linda Laura Sabbadini ha analizzato i dati delle richieste di attribuzione del doppio cognome: a livello regionale la Lombardia e la Sardegna si distinguono per il maggior numero di richieste, le città più virtuose sono Genova e Milano.

La Rete per la Parità proseguirà, nel segno della continuità dell’impegno iniziato nel 2010, a portare il proprio contributo affinché il Parlamento e il Governo possano aggiungere questo importante tassello al raggiungimento della parità formale e sostanziale sancita nella Costituzione.

A seguire il video per rivedere il convegno.

Leggi anche:

Agenzie ANSA e Dire

ND – NoiDonne

Invito al convegno “Riforma organica del cognome: dopo otto anni arriverà?”

Venerdì 15 novembre alle ore 15 presso la Sala Igea dell’Istituto Treccani-Piazza dell’Enciclopedia italiana 4 – Roma

A distanza di oltre otto anni dalla prima sentenza della Corte costituzionale, la n. 286/2016, e di oltre due anni dalla sentenza n. 131/2022, non sono state ancora approvate le modifiche legislative e regolamentari necessarie per completare l’attribuzione del doppio cognome nell’ordine indicato dai genitori, salvo loro opzione per il solo cognome materno o il solo cognome paterno.

Il convegno è l’occasione per approfondire, con esponenti del Governo, parlamentari, esperte/i e associazioni, le modifiche normative e regolamentari conseguenti alla sentenza della Corte, nonché quelle sul cognome della donna coniugata, da introdurre a tutela dell’identità di tutte e tutti e della parità tra i sessi, sancite nei Principi fondamentali della Costituzione (artt. 2 e 3). A gennaio di quest’anno la Commissione Giustizia del Senato ha iniziato l’esame dei quattro disegni di legge sul cognome e ultimato un ciclo di sedici audizioni.

Il traguardo sembra ora vicino come mai in passato. Con la riforma organica del cognome sarà regolamentata la procedura per denunciare le nascite e quella per l’attribuzione del doppio cognome anche in assenza della scelta dei genitori, sarà semplificata e resa possibile in tempi brevi la modifica del cognome per attribuire il cognome della madre e per evitare fratelli e sorelle con cognomi diversi e sarà previsto un criterio per impedire la moltiplicazione dei cognomi da attribuire alle generazioni successive.

Obiettivi numerosi e complessi, per i quali la Rete per la Parità continuerà a impegnarsi.

Aperto al pubblico. È gradita la prenotazione alla mail: segreteria.reteperlaparita@gmail.com

Diretta streaming su TreccaniChannel e sulla pagina Facebook della Rete per la Parità – Evento Facebook

Per informazioni: segreteria.reteperlaparita@gmail.com – cell. 3490808986

BLOCCA LA DATA – 15 novembre 2024 – Riforma organica del cognome: dopo otto anni arriverà?

Venerdì 15 novembre 2024 alle ore 15, presso la Sala Igea dell’Istituto Treccani (Piazza dell’Enciclopedia italiana 4 – Roma), si svolgerà l’evento organizzato dalla Rete per la Parità  per fare il punto sull’iter della legge di riforma organica del doppio cognome.

A distanza di otto anni dalla prima sentenza della Corte costituzionale n. 286 del 2016 e di oltre due anni dalla sentenza n. 131 del 2022 il Legislatore non ha ancora approvato la Riforma necessaria per allineare l’ordinamento all’abolizione del patronimico, dichiarato in contrasto con la Costituzione.

L’evento sarà l’occasione per approfondire con esperte/i, parlamentari e associazioni, le modifiche necessarie, comprese quelle del cognome della donna coniugata, per rispettare i principi fondamentali della tutela dell’identità e della parità tra i sessi sanciti dalla Costituzione.

Vedi gli atti del Convegno svolto l’8 novembre del 2023.

Per informazionisegreteria.reteperlaparita@gmail.com

Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno: una diagnosi precoce è fondamentale!

#ottobre è il mese dedicato alla sensibilizzazione sul #tumorealseno, la tipologia di tumore più frequente nella donna.

Una diagnosi precoce è fondamentale per aumentare le possibilità di guarigione!

#reteperlaparità

In memoria di Maria Rita Saulle. Dal Codice Donna al Codice delle Pari Opportunità

Venerdì 18 ottobre 2024, alle ore 15:00, la Biblioteca della Diocesi di Caserta ospiterà il convegno dal titolo “In memoria di Maria Rita Saulle. Dal Codice Donna al Codice delle Pari Opportunità”. L’incontro, organizzato dalle associazioni Rete per la Parità – APS, rappresentata in Campania dall’architetta Nadia Marra, e da Giuriste 5.0 APS ETS per i diritti umani, presieduta dall’avvocata Anna Di Mauro, sarà un momento di riflessione e omaggio alla figura della professoressa Maria Rita Saulle, illustre giurista e giudice della Corte costituzionale.

L’evento sarà introdotto dall’architetta Nadia Marra, Responsabile per la Campania della Rete per la Parità aps, e sarà moderato dall’avvocata Anna Di Mauro, presidente di Giuriste 5.0 aps ets per i diritti umani. A rendere omaggio alla memoria di Maria Rita Saulle interverranno figure di spicco del mondo accademico e associativo, tra cui Anna Maria Isastia, docente di Storia Contemporanea all’Università La Sapienza di Roma e Past President Nazionale del Soroptimist International d’Italia, Paolo De Nardis, Presidente dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” di Roma, Marianna Pignata, docente di Storia delle Codificazioni e delegata per le Pari Opportunità all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Sara Marsico, giurista dell’associazione Toponomastica Femminile, Antonella Anselmo, consigliera della Rete per la Parità – APS e Fosca Pizzaroni, storica e scrittrice, socia dell’ANPI Caserta.

Le conclusioni dell’incontro saranno affidate a Rosanna Oliva de Conciliis, presidente onoraria della Rete per la Parità – APS.

La Prof.ssa Saulle contribuì a stilare il Codice Donna, contenente la normativa interna ed internazionale che riguarda la condizione della donna, redatto nell’ambito della Commissione nazionale per la realizzazione della parità fra uomo e donna, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri nei primi anni ’80.

E’ possibile seguire il convegno a questo link.

Fonte foto: Casertafocus.net

“Anche l’Italia deve condannare le gravi violazioni dei diritti umani in Afghanistan”: la richiesta delle Associazioni impegnate per i diritti delle donne

Le associazioni Rete per la Parità APS, Fondazione PANGEA ETS, CNDI – Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, FIDM – Forum Internazionale delle Donne del Mediterraneo e DonneinQuota, che hanno tra gli obiettivi principali la realizzazione della parità di genere tra uomo e donna, con una lettera del 4 ottobre hanno chiesto al Ministro per gli Affari Esteri On. Antonio Tajani che anche l’Italia sottoscriva la dichiarazione rilasciata da Olanda, Germania, Australia e Canada il 25 settembre scorso, con il successivo sostegno di oltre venti Paesi, per condannare le gravi violazioni dei diritti umani poste in essere in Afghanistan dal regime talebano.

In particolare, si condannano le discriminazioni operate nei confronti delle donne dal suddetto regime, prospettando anche la volontà di promuovere un’azione contro lo stesso avanti al Tribunale Internazionale dell’Aja.

Le Associazioni hanno evidenziato come il regime talebano, a partire dal 2021, con l’emanazione di successive normative sempre più oppressive, abbia sostanzialmente cancellato la presenza delle donne in tutti gli ambiti della vita pubblica e sociale, impedendo loro di mostrare il volto in pubblico, di lavorare, di accedere all’istruzione, di ricoprire cariche pubbliche, di uscire da casa da sole, di fare sport e ultimamente, dall’agosto scorso, di parlare e di cantare in pubblico.

Le organizzazioni firmatarie hanno rilevato che, di fronte al sostanziale annientamento di una parte di popolazione afghana, fondato solo sull’appartenenza al genere femminile, il Governo italiano non possa tacere e debba agire in modo coordinato con i Paesi che già hanno intrapreso iniziative al riguardo. L’apartheid delle donne in Afghanistan – hanno evidenziato le associazioni – colpisce tutte le donne del mondo, perché crea un clima culturale globale in cui, ogni giorno di più, viene alzata la soglia di tolleranza nei confronti di situazioni di discriminazione di genere che si sostanziano in veri crimini contro l’umanità. È importante, dunque, che anche il Governo italiano prenda posizione in modo ufficiale, anche mediante l’adesione ad azioni giudiziali a livello internazionale, contro l’oppressione creata dal regime talebano.

Le Associazioni hanno chiesto che il Governo italiano si impegni altresì a:

– non creare presupposti per una normalizzazione di fatto dei rapporti con il regime talebano e rifiuti di intavolare trattative mediante delegazioni solo maschili, come richiesto dai talebani in diversi incontri internazionali;

– garantire che tutti i forum decisionali riguardanti il futuro dell’Afghanistan includano i diritti delle donne come parte dell’agenda e prevedano la partecipazione significativa delle donne;

– investire e rafforzare in Afghanistan le organizzazioni guidate dalle donne, condizionando il sostegno economico alla popolazione all’erogazione verificabile di una quota di almeno il 30% a iniziative economiche e sociali in favore delle donne.

Il cognome delle donne coniugate nelle tessere elettorali: con una circolare il Ministero dell’Interno ha modificato le disposizioni

È notizia recente la decisione da parte del Ministero dell’Interno di eliminare il cognome del marito nelle tessere elettorali delle donne coniugate o vedove, a seguito delle numerose segnalazioni e rimostranze da parte di associazioni e singole elettrici.

È stato sufficiente emanare la circolare n. 75 del 6 settembre 2024 da parte del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno, che ha modificato la circolare n. 2600/L del 1° febbraio 1986 con la quale furono fornite le coordinate interpretative del testo unico delle leggi per la disciplina dell’elettorato attivo e per la tenuta delle liste elettorali, disponendo che per le donne l’indicazione nelle liste del cognome da nubile fosse accompagnata dal cognome del marito preceduto da “in” o “cgt” ovvero “ved”, a prescindere dalla richiesta o comunque dal consenso dell’elettrice.

Maria Pia Ercolini, Presidente di Toponomastica femminile: “È una buona notizia che il Ministero si sia attivato per eliminare un’interpretazione delle norme regolamentari che non aveva senso neppure nel 1986, dopo undici anni dall’entrata in vigore del nuovo diritto di famiglia. Spero che la decisione possa orientare il Parlamento verso la modifica in tal senso anche nelle liste elettorali, che inevitabilmente espongono alla pubblica vista, in ogni sala di votazione, lo stato civile delle donne e l’eventuale cognome maritale Da anni singole associate di Toponomastica femminile in collegamento con la Rete per la Parità, sollevano il problema e rilasciano dichiarazioni nei verbali dei seggi elettorali”.

Rosanna Oliva de Conciliis, Presidente onoraria della Rete per la Parità – APS: “La decisione del Ministero dell’Interno risolve solo una delle due questioni riguardanti le generalità delle elettrici coniugate o vedove che ancora nelle liste elettorali compaiono anche con il cognome maritale Sul tema la Rete per la Parità si è attivata più volte. Recentemente, il 12 settembre scorso – prosegue Rosanna Oliva de Conciliis – in occasione delle audizioni riguardanti i quattro disegni di legge sulla riforma del cognome all’esame della Commissione Giustizia in Senato, come durante le audizioni nella scorsa Legislatura – ho segnalato la necessità di modificare una disposizione in contrasto con i principi costituzionali dell’uguaglianza degli uomini e delle donne davanti alla Legge (art. 3 Cost.), nonché della uguaglianza tra i coniugi (art. 29 Cost.)”.

Da notare che la modifica è anche prevista nel DDL S. 76 della senatrice Cecilia D’Elia, assegnato alla Prima Commissione Affari costituzionali, dal titolo Modifiche all’articolo 4 della legge 7 ottobre 1947, n. 1058, concernenti la soppressione della distinzione per sesso nella compilazione delle liste elettorali, l’indicazione del codice fiscale dell’elettore e l’omissione del cognome del coniuge per le donne coniugate o vedove.

Riforma del cognome, Rosa Oliva: “Se nella società ci presentiamo con il solo cognome del padre non risulta appieno la nostra identità.”

A dirlo, nel corso della sua audizione in Commissione Giustizia del Senato, è la giurista, Rosanna Oliva de Conciliis, conosciuta per aver vinto nel 1960 il ricorso alla Corte costituzionale contro l’impossibilità per le donne di accedere alla carriera prefettizia portando così alla storica sentenza in materia di parità di genere che ha cancellato la legge anacronistica del 1919.

Fondatrice e presidente onoraria  dell’associazione Rete per la Parità – APS, Rosanna Oliva de Conciliis, conosciuta come Rosa Oliva, è stata audita a conclusione del ciclo di audizioni svolto per l’esame dei 4 DDL sulla riforma organica del cognome, una legge necessaria a completamento del doppio cognome per legge introdotto con la sentenza della Corte costituzionale del 2022 . “Se si attribuisce  il solo cognome del padre ai figli – aggiunge – oltre a discriminare le donne trasmette  un messaggio culturale che inculca stereotipi che portano poi “all’invisibilità delle madri all’interno della società“.

Oliva si rivolge quindi al Parlamento affinché si vari presto la legge di riforma, ricordando anche i tentativi fatti dalle Camere nelle precedenti legislature. “Un intervento normativo, da tempo atteso e più volte sollecitato dalla Consulta che l’ha definito indifferibile e impellente – osserva la giurista – è indispensabile per garantire il pieno rispetto dei principi costituzionali di tutela dell’identità  e dell’  uguaglianza uomo-donna  sanciti dagli articoli 2 e 3 della Carta“. “Dal 2016, con la sentenza n.286 della Corte – aggiunge – è affidato al legislatore il compito di approvare una legge di riforma organica del cognome, integrata da modifiche ai regolamenti,  che  ancora aspettiamo, nonostante siano intervenute altre due sentenze della stessa Corte nel 2022 e nel 2023“.

La Rete per la Parità – ricorda – è in prima linea da anni, insieme ad altre associazioni, per sensibilizzare Parlamento e Governo sull’urgenza di questa riforma. A oggi, la mancata modifica delle norme anagrafiche continua a creare disagi, anche per gli stessi uffici anagrafici“.

Rosa Oliva ha aperto un confronto con i componenti della Commissione che le hanno rivolto domande, durante il quale, non solo ha spiegato come “la soluzione più neutra e preferibile nel caso in cui i genitori non diano indicazioni sull’ordine dei due cognomi sia quella del sorteggio”  ma ha anche creato un simpatico botta e risposta con il senatore Rastrelli (FDI) che alla fine ha definito “un maschilista sincero“.

Confido che questo confronto possa essere un passo decisivo verso l’eliminazione delle discriminazioni strutturali e di genere che ancora permangono nel nostro ordinamento“, è il suo auspicio.

Oltre al suo intervento, c’è stato quello dell’ex prefetta Sandra Sarti. Per il 19 settembre è prevista l’ultima audizione, quella della prof.ssa Silvia Illari, che chiuderà il ciclo di audizioni richiesto per l’esame dei 4 ddl ora all’esame della Commissione Giustizia presentati da Julia Unterberger (Aut); da Simona Malpezzi (PD); da Alessandra Maiorino (M5S); da Ilaria Cucchi (Avs), con la Dem Anna Rossomando come relatrice che ha augurato nel suo intervento che si possa arrivare “presto ad un testo unificato il più possibile condiviso”.

Per vedere l’audizione clicca qui.