Legge di riforma del cognome: la Rete per la Parità – APS rilancia la richiesta al Parlamento

Sono otto anni che attendiamo che il Parlamento approvi la legge di riforma organica del cognome, seguendo le chiare indicazioni della Corte costituzionale. Esprimiamo un cauto ottimismo“. Con queste parole, Rosanna Oliva de Conciliis, Presidente onoraria dell’associazione di promozione sociale Rete per la Parità, ha dato inizio al Convegno dal significativo titolo “Riforma organica del cognome: dopo otto anni arriverà?”. 

Si tratta della riforma che è stata definita “indifferibile” dalla Corte costituzionale già con la sentenza n. 286 del 2016, e “impellente” con la seconda, la n. 131 del 2022. Rosanna Oliva de Conciliis ha poi letto i messaggi della Ministra per le Riforme e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati, della Sen.ce Giulia Bongiorno e del Presidente emerito della Corte costituzionale Giuliano Amato. A lui Rosa Oliva de Conciliis ha rivolto un sentito grazie visto che è stato relatore della prima sentenza e che durante la sua presidenza la Consulta si è pronunciata con la seconda e “fondamentale” sentenza sul doppio cognome, redatta da Emanuela Navarretta.

E’ necessaria una legge, accompagnata dalle conseguenti modifiche alle disposizioni regolamentari, a completamento dell’introduzione del doppio cognome per legge e per l’ottavo anno consecutivo la Rete per la Parità-APS ha organizzato un convegno per sensibilizzare e sollecitare l’intervento del Parlamento e del Governo. Un impegno lungo, costante e sostenuto da  esperte ed esperti, alcuni dei quali recentemente sono stati auditi dalla Commissione Giustizia del Senato. La Commissione, presieduta da Giulia Bongiorno, che dallo scorso gennaio sta esaminando in sede redigente i quattro Disegni di legge sull’attribuzione del cognome.

Relatrice la vicepresidente del Senato Sen.ce Anna Rossomando che purtroppo non ha potuto intervenire al Convegno a causa di un grave problema familiare sopravvenuto. Tra gli interventi, intercalati dalla lettura da parte di Teresa Polimei di articoli della Costituzione e brani delle sentenze della Corte, significativo quello di Manuela Magalhães, madre protagonista della storica sentenza del 2016 e le relazioni delle costituzionaliste Carla Bassu e Silvia Illari.

Ravvisiamo un’apertura sul tema da parte della presidente Bongiorno e confidiamo di andare avanti in tempi rapidi”, ha dichiarato la Senatrice Simona Malpezzi, prima firmataria del Disegno di legge del PD, e la Senatrice Alessandra Maiorino, prima firmataria della  proposta dal Movimento 5 Stelle, nel suo intervento ha appoggiato il sorteggio come soluzione quando manca l’accordo dei genitori sull’ordine dei cognomi.

Durante la Tavola rotondamoderata da Anna Laura Bussa, Capo servizio della Redazione Politico Parlamentare dell’Ansa, alla quale è intervenuta anche Anna Doro, fondatrice di  #nonsitornaidietro, a dimostrazione dell’interesse al tema da parte di tante associazioni, le avvocate Antonella Anselmo e Susanna Schivo e la notaia Alessandra Mascellaro hanno animato il dibattito confrontandosi sui contenuti della riforma e la statistica Linda Laura Sabbadini ha analizzato i dati delle richieste di attribuzione del doppio cognome: a livello regionale la Lombardia e la Sardegna si distinguono per il maggior numero di richieste, le città più virtuose sono Genova e Milano.

La Rete per la Parità proseguirà, nel segno della continuità dell’impegno iniziato nel 2010, a portare il proprio contributo affinché il Parlamento e il Governo possano aggiungere questo importante tassello al raggiungimento della parità formale e sostanziale sancita nella Costituzione.

A seguire il video per rivedere il convegno.

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Agenzie ANSA e Dire

ND – NoiDonne

BLOCCA LA DATA – 15 novembre 2024 – Riforma organica del cognome: dopo otto anni arriverà?

Venerdì 15 novembre 2024 alle ore 15, presso la Sala Igea dell’Istituto Treccani (Piazza dell’Enciclopedia italiana 4 – Roma), si svolgerà l’evento organizzato dalla Rete per la Parità  per fare il punto sull’iter della legge di riforma organica del doppio cognome.

A distanza di otto anni dalla prima sentenza della Corte costituzionale n. 286 del 2016 e di oltre due anni dalla sentenza n. 131 del 2022 il Legislatore non ha ancora approvato la Riforma necessaria per allineare l’ordinamento all’abolizione del patronimico, dichiarato in contrasto con la Costituzione.

L’evento sarà l’occasione per approfondire con esperte/i, parlamentari e associazioni, le modifiche necessarie, comprese quelle del cognome della donna coniugata, per rispettare i principi fondamentali della tutela dell’identità e della parità tra i sessi sanciti dalla Costituzione.

Vedi gli atti del Convegno svolto l’8 novembre del 2023.

Per informazionisegreteria.reteperlaparita@gmail.com

Il cognome delle donne coniugate nelle tessere elettorali: con una circolare il Ministero dell’Interno ha modificato le disposizioni

È notizia recente la decisione da parte del Ministero dell’Interno di eliminare il cognome del marito nelle tessere elettorali delle donne coniugate o vedove, a seguito delle numerose segnalazioni e rimostranze da parte di associazioni e singole elettrici.

È stato sufficiente emanare la circolare n. 75 del 6 settembre 2024 da parte del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno, che ha modificato la circolare n. 2600/L del 1° febbraio 1986 con la quale furono fornite le coordinate interpretative del testo unico delle leggi per la disciplina dell’elettorato attivo e per la tenuta delle liste elettorali, disponendo che per le donne l’indicazione nelle liste del cognome da nubile fosse accompagnata dal cognome del marito preceduto da “in” o “cgt” ovvero “ved”, a prescindere dalla richiesta o comunque dal consenso dell’elettrice.

Maria Pia Ercolini, Presidente di Toponomastica femminile: “È una buona notizia che il Ministero si sia attivato per eliminare un’interpretazione delle norme regolamentari che non aveva senso neppure nel 1986, dopo undici anni dall’entrata in vigore del nuovo diritto di famiglia. Spero che la decisione possa orientare il Parlamento verso la modifica in tal senso anche nelle liste elettorali, che inevitabilmente espongono alla pubblica vista, in ogni sala di votazione, lo stato civile delle donne e l’eventuale cognome maritale Da anni singole associate di Toponomastica femminile in collegamento con la Rete per la Parità, sollevano il problema e rilasciano dichiarazioni nei verbali dei seggi elettorali”.

Rosanna Oliva de Conciliis, Presidente onoraria della Rete per la Parità – APS: “La decisione del Ministero dell’Interno risolve solo una delle due questioni riguardanti le generalità delle elettrici coniugate o vedove che ancora nelle liste elettorali compaiono anche con il cognome maritale Sul tema la Rete per la Parità si è attivata più volte. Recentemente, il 12 settembre scorso – prosegue Rosanna Oliva de Conciliis – in occasione delle audizioni riguardanti i quattro disegni di legge sulla riforma del cognome all’esame della Commissione Giustizia in Senato, come durante le audizioni nella scorsa Legislatura – ho segnalato la necessità di modificare una disposizione in contrasto con i principi costituzionali dell’uguaglianza degli uomini e delle donne davanti alla Legge (art. 3 Cost.), nonché della uguaglianza tra i coniugi (art. 29 Cost.)”.

Da notare che la modifica è anche prevista nel DDL S. 76 della senatrice Cecilia D’Elia, assegnato alla Prima Commissione Affari costituzionali, dal titolo Modifiche all’articolo 4 della legge 7 ottobre 1947, n. 1058, concernenti la soppressione della distinzione per sesso nella compilazione delle liste elettorali, l’indicazione del codice fiscale dell’elettore e l’omissione del cognome del coniuge per le donne coniugate o vedove.

Riforma del cognome, Rosa Oliva: “Se nella società ci presentiamo con il solo cognome del padre non risulta appieno la nostra identità.”

A dirlo, nel corso della sua audizione in Commissione Giustizia del Senato, è la giurista, Rosanna Oliva de Conciliis, conosciuta per aver vinto nel 1960 il ricorso alla Corte costituzionale contro l’impossibilità per le donne di accedere alla carriera prefettizia portando così alla storica sentenza in materia di parità di genere che ha cancellato la legge anacronistica del 1919.

Fondatrice e presidente onoraria  dell’associazione Rete per la Parità – APS, Rosanna Oliva de Conciliis, conosciuta come Rosa Oliva, è stata audita a conclusione del ciclo di audizioni svolto per l’esame dei 4 DDL sulla riforma organica del cognome, una legge necessaria a completamento del doppio cognome per legge introdotto con la sentenza della Corte costituzionale del 2022 . “Se si attribuisce  il solo cognome del padre ai figli – aggiunge – oltre a discriminare le donne trasmette  un messaggio culturale che inculca stereotipi che portano poi “all’invisibilità delle madri all’interno della società“.

Oliva si rivolge quindi al Parlamento affinché si vari presto la legge di riforma, ricordando anche i tentativi fatti dalle Camere nelle precedenti legislature. “Un intervento normativo, da tempo atteso e più volte sollecitato dalla Consulta che l’ha definito indifferibile e impellente – osserva la giurista – è indispensabile per garantire il pieno rispetto dei principi costituzionali di tutela dell’identità  e dell’  uguaglianza uomo-donna  sanciti dagli articoli 2 e 3 della Carta“. “Dal 2016, con la sentenza n.286 della Corte – aggiunge – è affidato al legislatore il compito di approvare una legge di riforma organica del cognome, integrata da modifiche ai regolamenti,  che  ancora aspettiamo, nonostante siano intervenute altre due sentenze della stessa Corte nel 2022 e nel 2023“.

La Rete per la Parità – ricorda – è in prima linea da anni, insieme ad altre associazioni, per sensibilizzare Parlamento e Governo sull’urgenza di questa riforma. A oggi, la mancata modifica delle norme anagrafiche continua a creare disagi, anche per gli stessi uffici anagrafici“.

Rosa Oliva ha aperto un confronto con i componenti della Commissione che le hanno rivolto domande, durante il quale, non solo ha spiegato come “la soluzione più neutra e preferibile nel caso in cui i genitori non diano indicazioni sull’ordine dei due cognomi sia quella del sorteggio”  ma ha anche creato un simpatico botta e risposta con il senatore Rastrelli (FDI) che alla fine ha definito “un maschilista sincero“.

Confido che questo confronto possa essere un passo decisivo verso l’eliminazione delle discriminazioni strutturali e di genere che ancora permangono nel nostro ordinamento“, è il suo auspicio.

Oltre al suo intervento, c’è stato quello dell’ex prefetta Sandra Sarti. Per il 19 settembre è prevista l’ultima audizione, quella della prof.ssa Silvia Illari, che chiuderà il ciclo di audizioni richiesto per l’esame dei 4 ddl ora all’esame della Commissione Giustizia presentati da Julia Unterberger (Aut); da Simona Malpezzi (PD); da Alessandra Maiorino (M5S); da Ilaria Cucchi (Avs), con la Dem Anna Rossomando come relatrice che ha augurato nel suo intervento che si possa arrivare “presto ad un testo unificato il più possibile condiviso”.

Per vedere l’audizione clicca qui.

Verso la legge per completare la riforma del cognome

Il 30 dicembre in prima pagina su La Stampa è stato pubblicato l’articolo della nostra Presidente onoraria Rosanna Oliva de ConciliisCompletiamo la riforma sul doppio cognome”.

L’augurio della Presidente onoraria è che la nuova disponibilità della maggioranza consenta anzitutto di fare una campagna informativa sull’operatività già in essere della regola del doppio cognome e, non meno importante, che si completi la riforma.

Il 2 gennaio, sempre su La Stampa, è uscito un altro articolo sulla riforma, firmato da Donatella Stasio. Passo in avanti con l’apertura del governo al completamento della riforma. La norma è già in vigore da un anno e mezzo, però molte famiglie ancora non lo sanno: occorre informare i genitori.

Come Rete per la Parità ringraziamo ancora una volta La Stampa per aver puntato i riflettori sul lungo iter del doppio cognome non ancora giunto alla conclusione. Per questa via, si promuove anzitutto la cultura della parità di genere e del rispetto.

Riforma organica del cognome: sette anni non sono bastati

Si terrà mercoledì 8 novembre alle ore 10, presso la Sala Igea dell’Istituto Treccani, il convegno Riforma organica del cognome: sette anni non sono bastati organizzato da italiadecide e Rete per la Parità, per denunciare la mancata approvazione della riforma organica del doppio cognome. Qui la locandina.

A distanza di sette anni dalla prima sentenza della Corte costituzionale n. 286/2016 e di quasi due anni dalla sentenza n. 131/2022 il Legislatore non ha ancora approvato la Riforma necessaria per allineare l’ordinamento all’aboli-zione del patronimico, dichiarato in contrasto con la Costituzione.

Il convegno sarà l’occasione per approfondire con esperte/i, parlamentari, associazioni, le modifiche necessarie, comprese quelle del cognome della donna coniugata, per rispettare i principi fondamentali della tutela dell’identità e della parità tra i sessi sanciti dalla Costituzione. Vedi gli atti del Convegno a Milano del 30 settembre 2022.

L’evento potrà anche essere seguito in diretta streaming sul Canale YouTube Treccani Channel, su Radio Radicale e sull’evento Facebook.

Cognomi: un’altra sentenza della Corte costituzionale in attesa della Riforma organica

Dopo la sentenza n. 131/2022 la Corte costituzionale torna ad esprimersi in materia di cognome, a tutela dell’identità personale dell’adottato maggiorenne.

Grazie alla sentenza n. 135 del 2023, l’adottato maggiorenne potrà aggiungere il cognome dell’adottante al proprio. Non sarà più obbligato ad anteporre il cognome dell’adottante, quando ciò serva a tutelare il suo diritto all’identità personale e anche l’adottante sia favorevole a tale ordine dei cognomi.

La Corte ha ritenuto che l’art. 299, primo comma, del codice civile sia lesivo degli artt. 2 e 3 Cost. «nella parte in cui non consente, con la sentenza di adozione, di aggiungere, anziché di anteporre, il cognome dell’adottante a quello dell’adottato maggiore d’età, se entrambi nel manifestare il consenso all’adozione si sono espressi a favore di tale effetto».

È quanto si legge nella sentenza pubblicata il 4 luglio scorso (redattrice la giudice Emanuela Navarretta).

La nostra associazione prosegue nelle iniziative finalizzate a far approvare la legge con la Riforma organica del cognome, più volte sollecitata dalla Corte costituzionale. – dichiara Rosanna Oliva de Conciliis, Presidente onoraria della Rete per la Parità e aggiunge – Tenuto conto di questa nuova sentenza, le proposte finora presentate in Parlamento dovranno essere integrate.”.

2 giugno – Un evento al Museo degli Strumenti musicali di Roma per celebrare il 63esimo anniversario della sentenza della Corte costituzionale n. 33/1960

A settantacinque anni dalla nascita della Repubblica e dal voto delle donne italiane sul referendum e per l’elezione dell’Assemblea costituente, con un concerto dell’Artemisia Trio, l’AGIMUS – Associazione Giovanile Musicale, il Museo Nazionale degli Strumenti musicali di Roma e la Rete per la Parità hanno ricordato l’anniversario della storica sentenza n. 33/1960 che eliminò le discriminazioni contro le donne nelle principali carriere pubbliche.

All’evento ha partecipato un folto numero di persone, tra le quali molte della Rete per la Parità.

La Direttrice del Museo, Arch. Sonia Martone, ha curato l’organizzazione, guidato la visita al Museo e introdotto il concerto ricordando le 21 Madri costituenti raffigurate nelle slide proiettate in sala.

Il Trio ha eseguito numerosi brani introdotti dalle tre musiciste, Elisabetta Berto – cantante e autrice di testi, Iolanda Zignani – flauto e Daniela Brandi – pianoforte.

E’ stata l’occasione per far conoscere anche la formale richiesta della Rete per la Parità al Parlamento, di approvare la riforma del cognome, inviata a un anno dalla sentenza n. 131/2022 della Corte costituzionale. Un segnale di come sia ancora ostacolato il cammino verso la piena parità formale e sostanziale uomo/donna nell’ambito della completa attuazione della Costituzione. Tanti i risultati finora raggiunti ma ancora troppi gli anni necessari per realizzare l’obiettivo 5 dell’Agenda ONU 2030: l’uguaglianza di genere e l’empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze.

Dopo il concerto è stato offerto dall’UMAO – Unione Mediterranea Assaggiatori Olio un assaggio guidato che ha permesso ai presenti di conoscere le caratteristiche dell’olio extravergine di oliva e diventare consumatori e consumatrici consapevoli di questa eccellenza della cucina mediterranea.

Ecco il servizio sull’evento trasmesso su Rai News 24.

Doppio cognome: a un anno dalla sentenza ancora un nulla di fatto

Sulla questione del doppio cognome segnaliamo due interessanti articoli su La Stampa, firmati da Donatella Stasio e Filippo Femia, al quale si aggiunge la nota di Rosanna Oliva de Conciliis, Presidente onoraria della Rete per la Parità.