Afghanistan: Della Vedova riceve delegazione associazioni donne e terzo settore

Una delegazione di rappresentanti delle oltre 80 associazioni di donne e terzo settore, tra cui reti e associazioni come Donne per la salvezza, Le Contemporanee, ASviS, Fuori Quota, Soroptimist International Italia, Rete per la Parità, Casa Internazionale delle Donne Roma, Associazione Orlando Bologna, Differenza Donna, Pangea, Be Free e molte altre, è stata ricevuta il 18 agosto (https://www.reteperlaparita.it/afghanistan-associazioni-donne-subito-corridoi-umanitari-varare-piano-per-accoglienza/) in Farnesina dal Sottosegretario Benedetto Della Vedova con delega ai diritti umani e da alcuni funzionari, a seguito della lettera aperta per l’attivazione di corridoi umanitari per accogliere rifugiati afghani in Italia. (https://ilmanifesto.it/le-donne-fanno-rete-per-laccoglienza-subito-corridoi-umanitari-dallafghanistan/)

Il Sottosegretario Benedetto Della Vedova ha dato disponibilità completa ad accogliere migranti da parte delle organizzazioni, ha illustrato situazione drammatica sul campo e preannunciato passi avanti concreti in coordinamento con le istituzioni italiane. (https://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/nota-farnesina-afghanistan-della-vedova-incontra-rappresentanti-delle-associazioni-per-la-tutela-dei-diritti-delle-donne.html#.YR6gmyHQiVs.twitter)

Nell’analisi offerta dalle associazioni è emersa la necessità di dettagliare il numero di persone migranti che il nostro Paese ritiene di poter accogliere, come già fatto da Gran Bretagna e Canada, le modalità di accoglienza, bloccando nel contempo i rimpatri o le ricollocazioni delle persone afghane già nel nostro Paese. È stato richiesto di attivare un dialogo con gli enti locali partendo dal coinvolgimento di ANCI in una prospettiva di collaborazione tra terzo settore ed enti locali; le organizzazioni hanno richiamato la forte necessità di una risposta europea di cui l’Italia faccia da apripista, andando oltre le diatribe politiche che caratterizzano il tema migrazioni da sempre. Si è poi fatto presente la contrarietà delle associazioni a un’unica azione di sostegno ai paesi di prima accoglienza dei rifugiati afghani, tutti paesi con una scarsa tutela dei diritti fondamentali.

Gli interventi delle rappresentanti presenti, tra cui quello di Gabriella Anselmi della Rete per la Parità, si sono concentrati sulla necessità di arrivare rapidamente a soluzioni concrete, sull’opportunità o meno di creare un fondo ad hoc su cui dirottare eventuali raccolte di denaro da destinare a progetti di cooperazione, sviluppo, formazione e accoglienza nel nostro Paese e in Afghanistan, di cui le istituzioni, insieme alle organizzazioni più attive, si facciano garanti e parte attiva.

Tra le richieste delle associazioni anche un’attenzione particolare al mondo dell’istruzione e della formazione per rifugiate e rifugiati con un sostegno diretto a bambine e donne e per chi rimane a operare sul campo in Afghanistan. Un diretto coinvolgimento del mondo universitario italiano risulta fondamentale così come la protezione e la messa in salvo delle attiviste, delle femministe e che si sono spese in questi anni a Kabul e in altri territori del paese mediorientale, come azione di tutela delle esperienze virtuose per la crescita, la cooperazione e lo sviluppo della popolazione e del Paese.

Infine, in attesa del G20 sulla questione femminile previsto per il 26 agosto presieduto da Elena Bonetti che avrà all’ordine del giorno un focus specifico sulla situazione in Afghanistan, le associazioni hanno chiesto di organizzare un follow up più esteso nel mese di settembre in Farnesina, al fine di elaborare una strategia comune e concreta, anche alla luce dei prossimi fatti e delle decisioni dei singoli paesi europei, in una situazione in costante divenire.

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Afghanistan, Associazioni Donne: subito corridoi umanitari, varare piano per accoglienza

Lettera al Governo, Commissione e Parlamento UE: ‘Farnesina ci riceva’

“La fuga verso l’Occidente da Kabul e l’avvento dei talebani, che hanno preso il comando dell’Afghanistan, preoccupano fortemente chi ha a cuore i diritti umani e la salvaguardia della vita di tutti i civili, specie di quelli più a rischio, come donne e bambini, il cui destino è nuovamente consegnato a un indicibile orrore. Sono nostre madri, amiche, sorelle. Non lo possiamo e non lo vogliamo più accettare. L’Europa deve agire, l’Italia deve reagire, noi donne e cittadine dobbiamo fare rete contro ogni violenza”. E’ quanto scrivono in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi, ai ministri Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese e, per conoscenza, alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e al Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, oltre 80 associazioni tra le quali Donne per la salvezza, Le Contemporanee, Soroptimist International d’Italia, Fuori quota, Rete per la Parità, ASviS, Casa internazionale delle donne di Roma, Casa internazionale delle donne di Milano, Manifestolibri, Human Foundation, InGenere, Un ponte per, Senonoraquando Libere, Politiche di genere CGIL…

“Quello che urge adesso è consentire a più donne, ragazze e bambine/i possibile di mettersi in salvo in queste ore in cui le maglie del controllo talebano sono ancora slabbrate. E sostenere chi decide di rimanere a lottare nel proprio paese, garantendo il monitoraggio internazionale sui diritti umani e delle donne in particolare”.

“Le organizzazioni firmatarie, e le/i singoli che possono farlo, si mettono a disposizione dello Stato e dell’Unione europea per contribuire ad ospitare chi è costretto a fuggire trovando per esse/i alloggi e ristori integrativi rispetto a quelli già inseriti nel sistema di accoglienza, nonché percorsi formativi e lavorativi che consentano loro una libertà e una sicurezza di lunga durata; e per contribuire a creare le condizioni per aiutare e salvare le donne in Afghanistan. Ogni vita salvata dalla violenza è una vittoria per qualsiasi democrazia degna di questo nome. Bisogna fare tutto e occorre farlo adesso” conclude la lettera.

Per adesioni: afghanistan@donneperlasalvezza.it

Cronache dal W20 Summit 2021

Le congratulazioni della Rete per la Parità a Marcella Mallen, nuova Copresidente dell’ASviS

Il 12 luglio 2021 l’ Assemblea degli Aderenti ASviS, su proposta del Presidente Pierluigi Stefanini, ha approvato l’istituzione della nuova carica sociale di Copresidente che sarà ricoperta da Marcella Mallen, coordinatrice del gruppo di lavoro dell’ASviS dedicato all’Obiettivo numero 16 dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite, “Pace, giustizia e istituzioni solide” nonché Presidente di Prioritalia, la fondazione promossa da Manageritalia e Cida per valorizzare l’impegno civico della comunità manageriale e docente LUMSA. Per l’ASviS assieme a Filippo Salone, che condivide con lei il ruolo di coordinatore del Goal 16, ha curato il Quaderno dell’ASviS dedicato all’Enciclica Fratelli tutti – lettura ragionata dell’Enciclica Papale alla luce dell’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 dell’Onu – presentato lo scorso 22 giugno all’Ambasciata italiana presso la Santa Sede.
La Presidente della Rete per la Parità, anche a nome del Direttivo e delle socie e soci, accoglie con entusiasmo questa importante novità nell’assetto istituzionale dell’Associazione, un segnale concreto di attenzione alla parità di genere che, come ha sostenuto Stefanini illustrando la sua proposta, “è ormai un obiettivo non più procrastinabile, come ricorda la stessa Agenda dell’Onu, per colmare disparità e ingiustizie in ogni tipo di società e in ogni parte del mondo. Solo che non basta più predicarla. Bisogna praticarla. E l’ASviS, con questa decisione, intende dare il suo contributo.”
Un’importante novità che segna la svolta indicata già da tempo da alcuni aderenti dell’ASviS, fra i quali la Rete per la Parità. Non un punto di arrivo ma una partenza verso una nuova fase affidata a una diarchia, che darà concretezza, nel segno della coerenza, all’azione dell’ASviS mirata a far conoscere gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 e a stimolare il rispetto degli impegni presi al riguardo dal Governo italiano.
Saranno assicurati per i vari obiettivi lo “sguardo di genere” richiesto dagli aderenti al Gruppo di Lavoro per il Goal 5 e un approccio attento alla loro connessione.
La Rete per la Parità ringrazia il Presidente Stefanini, augura alla Copresidente buon lavoro e rinnova l’impegno all’attività dell’ASviS da parte della Presidente e delle socie impegnate in vari gruppi di lavoro.

Roma, 13/07/2021

La Presidente

Rosanna Oliva de Conciliis

Nomina nuovo componente Agcm: si rispetti l’articolo 51 della Costituzione

L’anno scorso abbiamo ottenuto il risultato della nomina da parte del Parlamento di due donne per la prima volta nell’AGCOM.
Siamo state in tante! Ci sono volute lettere di protesta di associazioni e di parlamentari, minacce di non votare ecc. Quanta fatica per far rispettare la Costituzione!
Di nuovo quest’anno il Parlamento deve procedere a un’importante nomina, quella di una/un componente nell’AGCM – Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e di nuovo Rete per la Parità con DonneinQuota hanno chiesto con una lettera indirizzata ai Presidenti e ai Capigruppo del Parlamento che – a parità di curricula – nella scelta della/del nuovo componente si rispetti il dettato Costituzionale esposto nell’articolo 51 così come riportato: “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”.
L’AGCM è una delle più importanti Autorità di garanzia, alla quale è affidato un compito complesso che incide sull’assetto economico e sociale del Paese e richiede, quindi, competenze di settore nonché assoluta indipendenza. A ciò si aggiunga che il PNRR prevede la riforma della legge sulla concorrenza che potrebbe essere un’utile occasione anche per aggiungere nuovi strumenti per contrastare gli ostacoli verso la parità.
Dal 1990, anno della fondazione, ad oggi, solo due donne sono state nominate nell’AGCM, su un totale di 17 nomine.
“Anche se ancora nessuna notizia ufficiale è stata diramata – afferma Rosanna Oliva de Conciliis, Presidente della Rete per la Parità – la selezione ai fini del voto da parte del Parlamento deve essere aperta e trasparente, basata sull’esame dei curricula presentati a seguito dell’avviso diramato e secondo le procedure previste dalla Direttiva UE dell’11 dicembre 2018 (2018/1972)”.
“Le associazioni firmatarie – ribadisce Donatella Martini, Presidente di DonneinQuota – ritengono che l’autonomia di ogni Autorità è la prima condizione per l’esercizio indipendente delle relative funzioni, imposta, peraltro, da una serie di direttive e di regolamenti europei”.
Ci si augura che anche questa volta una ferma azione da parte dei Presidenti e dei Gruppi porti alla nomina di una persona competente e motivata anche al raggiungimento degli obiettivi del PNRR.

2 Giugno