No a Giunte monogenere: due ottime notizie da parte di ANDE ROMA

Sono davvero contenta di annunciarvi che il TAR di Roma ha accolto il ricorso presentato dall’Associazione Nazionale Donne Elettrici (ANDE) di Roma, assistita dai legali Antonella Anselmo, Pier Paolo Carbone e Luisa Capicotto, contro il Comune di Civitavecchia per violazione delle norme costituzionali, europee ed internazionali sul rispetto del principio delle pari opportunità, fissando al 40 per cento la soglia minima di presenza delle donne nelle giunte.
Ricorderete, l’ANDE di Roma aveva presentato un ricorso contro il Comune di Civitavecchia per la nomina di una sola donna tra i sette componenti della giunta.

L’Associazione aveva contestualmente presentato analogo ricorso anche contro il Comune di Gaeta, guidato da una giunta monogenere, conclusosi di recente con un rimpasto e la condanna dell’amministrazione comunale alle spese del ricorso.

In qualità di presidente e a nome del Consiglio Direttivo di ANDE Roma, che ha voluto e sostenuto in modo unanime questa iniziativa (dopo avere preso visione delle bassissime percentuali di presenza femminile negli organi di rappresentanza a livello locale, soprattutto nelle regioni del centrosud), desidero sottolineare che il TAR di Roma ha pronunciato una sentenza di valore storico per le donne italiane e per la cultura giuridica del nostro Paese, che è fondata sul principio di eguaglianza formale e sostanziale, segnando un’importante evoluzione giurisprudenziale destinata ad incidere sull’interpretazione della normativa vigente.

Inoltre, a poche settimane dal voto per le politiche e le amministrative la sentenza si rivolge a tutti coloro che saranno chiamati ad innovare la composizione degli organi elettivi a tutti i livelli di governo, orientandone le scelte in chiave europea, nel rispetto sostanziale dei principi della democrazia paritaria, come da ultimo richiamati dalla legge n. 215 del 2012, nonché del buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione.

Sottolineo anche che con questi nostri abbiamo inteso dare un segnale forte anche ai fini della ripresa del Paese, scegliendo due città nevralgiche per l’economia regionale e a cui deve corrispondere un modello economico, sociale ed anche istituzionale conforme a parametri europei di eccellenza e competitività. A questo modello, si sa, le donne contribuiscono in modo decisivo se si tiene a mente che, come hanno attestato Transparency International, la Banca Mondiale e la stessa Banca d’Italia, più donne tra gli amministratori pubblici significano minore corruzione e un’allocazione delle risorse orientata ai servizi di cura e istruzione, altrimenti prodotti all’interno della famiglia, con effetti espansivi per un mercato in Italia poco sviluppato e sullo stesso PIL.

Infine voglio ricordare che i comuni di Gaeta e Civitavecchia, andati al ballottaggio e governati rispettivamente dal centrodestra e dal centrosinistra, sono stati selezionati dall’Associazione a conferma della sua cifra apartitica, attenta al profilo del rispetto dei diritti e della Costituzione e in accoglimento dell’appello della Rete per la Parità, oltre che in linea con i contenuti dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria, cui ANDE aderisce a livello nazionale.

Un caro saluto
Francesca Piazza

Intervista sulla “Par condicio di genere” alla nostra presidente Rosanna Oliva

Su VignaClaraBlog l’intervista sulla “Par condicio di genere” alla nostra presidente Rosanna Oliva


Elezioni, zoom sulla par condicio di genere

Con la modifica alla legge 28 del 2000, dal 26 dicembre 2012 è entrata in vigore quel che viene definita “la par condicio di genere”. In occasione delle elezioni i mass media, oltre a dare ugual spazio ai partiti, devono darlo anche ai candidati di sesso femminile. Quanto questa novità è già nota e quanto viene rispettata e applicata? Ne parliamo con Rosa Oliva, portabandiera delle pari opportunità tra donne e uomini.

Rosa Oliva, residente a Vigna Clara, esponente di spicco dell’associazione “Aspettare Stanca” e del “Comitato Cittadino XX Municipio”, nel 1960, con il suo ricorso alla Corte Costituzionale, portò alla cancellazione della norma che impediva l’accesso alle donne alle principali carriere pubbliche (leggi qui).
Nel 2010 è stata nominata Grande Ufficiale dal Presidente della Repubblica e le è stato assegnato in Campidoglio il Premio Minerva all’Uguaglianza di Genere.

Chi meglio di lei per illustrarci questa novità?

Rosa, il tuo impegno a favore delle pari opportunità ti ha portato, assieme a tante altre donne, a batterti per la par condicio di genere. Raccontaci la genesi di questa singolare battaglia. Quanto sforzo è stato necessario per giungere alla modifica della legge 28 del 2000?

L’impegno è stato notevole, ed è stato necessario aspettare per quasi un decennio (mai nome fu più indovinato per la piccola Associazione Aspettare stanca, fondata nel 2006 da un gruppo di donne del XX Municipio). Già la legge della Regione Campania n. 4 del 2009, passata al vaglio della Corte Costituzionale, oltre ad introdurre la doppia preferenza di genere regolava la presenza delle candidate durante le campagne elettorali, naturalmente con efficacia locale.

La norma nazionale è frutto di un’azione congiunta delle parlamentari di maggioranza e opposizione, supportata dall’esterno da Associazioni di donne che sostenevano le loro ragioni.
Come anni fa in occasione dell’approvazione della legge contro la violenza sessuale, un Parlamento a maggioranza schiacciante di uomini ha resistito a innovazioni che dovrebbero essere obiettivo di tutte e tutti, non solo delle donne.

Ho seguito personalmente il lungo e difficile iter della legge 215 del 2012, la cui finalità principale è l’introduzione della doppia preferenza di genere per l’elezione dei consigli comunali. Per la verità, le parlamentari e le associazioni hanno cercato di far introdurre la doppia preferenza di genere anche per le elezioni regionali, ma inutilmente, per cui a febbraio nel Lazio, in Lombardia e in Molise sarà possibile esprimere soltanto una preferenza, limite che svantaggia le candidate. Forse ne dovremmo parlare a proposito delle prossime elezioni regionali e in prossimità di quelle amministrative di primavera.

Comunque la modifica della legge sulla par condicio è stata approvata soltanto grazie all’alleanza trasversale delle parlamentari e alle pressioni, per evitare l’invisibilità delle donne durante le campagne elettorali, dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria, che raccoglie 51 associazioni, ( tra cui Aspettare stanca e Rete per la Parità.

Spiegaci ora per bene da chi e come dovrebbe, anzi come deve essere applicata la par condicio di genere.

La norma é rivolta ai mezzi di informazione, che dal 26 dicembre del 2012 sono tenuti non solo a “garantire la parità di trattamento e l’imparzialità rispetto a tutti i soggetti politici, l’accesso ai mezzi di informazione per la comunicazione politica” in particolare “durante le campagne per l’elezione al Parlamento europeo, per le elezioni politiche, regionali e amministrative e per ogni referendum” ma nelle trasmissioni per la comunicazione politica, sono anche tenuti “al rispetto dei principi di cui all’articolo 51,primo comma, della Costituzione, per la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini”.

Si tratta di una delle norme della legge a costo zero Mai più donne invisibili che la Rete per la Parità, un’altra delle associazioni firmatarie dell’Accordo per la democrazia paritaria, aveva chiesto al Governo Monti. In aderenza alla nuova norma e con riferimento anche al Contratto di servizio nel quale, sempre grazie alle pressioni delle donne, erano state introdotte disposizioni attente al genere, il Regolamento della Commissione di vigilanza RAI in vigore dal 6 gennaio ha disposto che sia assicurata “parità di condizioni nell’esposizione di opinioni politiche”, ma anche “un’equilibrata rappresentanza di genere tra le presenze”.

Il Regolamento della Commissione vale per il servizio pubblico, mentre è stato più difficile ottenere disposizioni di attuazione (approvate soltanto il 16 gennaio a seguito di una lettera di protesta dell’Accordo) dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che regolamenta anche le emittenze private ed è competente per far osservare le regole anche nel servizio pubblico.

Questa la teoria. Ma la pratica? Nella campagna elettorale in corso, ti risulta che la legge venga rispettata?

Se guardiamo in questi giorni, l’avvio della campagna elettorale nelle televisioni si direbbe proprio di no: ci viene servito il solito monopolio maschile e maschilista, salvo rare eccezioni.
La norma è ancora troppo recente e poco conosciuta? Sicuramente uno dei motivi è questo e come Accordo stiamo cercando innanzitutto di farla conoscere, e ringrazio VignaClaraBlog.it per questa intervista.

Ci sono anche altri fattori che incidono: innanzitutto le carenze della stessa legge originaria sulla par condicio, ormai datata, con un’Autorità di garanzia, collegata anche ad un CORECOM in ciascuna Regione che è piuttosto contestata. La Commissione parlamentare ha tutti i limiti della sua origine, ma, forse anche grazie all’impegno di un grande giornalista, il senatore Zavoli che la presiede, svolge i proprio compito correttamente.

Più oscuro il ruolo del terzo attore, il Ministero delle Comunicazioni, che per la sua connotazione ancora più “politica” degli altri due organismi, risente anche di tutti i limiti della legge sull’emittenza televisiva, la cosiddetta legge Gasbarri, degna erede della Legge Mammì.

Esistono sanzioni per il mancato rispetto?

Per ipotizzare l’applicazione di sanzioni ai comportamenti difformi dagli obblighi previsti dalla par condicio di genere, occorrono due presupposti: che la difformità sia ufficialmente rilevata e che scatti l’iniziativa dell’AGCOM. Per il monitoraggio purtroppo ci risulta che le tabelle elaborate in campagna elettorale sono state finora pubblicate sul sito dell’AGCOM in una versione ridotta, senza la parte dedicata alle fasce di programmazione e alla presenza di uomini e donne.

Come Accordo chiederemo formalmente a RAI e AGCOM che sia effettuato anche il rilevamento del pluralismo di genere e che venga assicurata la massima informazione per assicurare il rispetto delle nuove disposizioni.
Sulle sanzioni, ma soprattutto sull’obiettivo del riequilibrio, stiamo elaborando altre iniziative.

Dobbiamo approfondire i meccanismi della legge sulla par condicio e, come sempre accade, partendo da una questione che coinvolge le donne, si scopre che bisogna affrontare problemi più generali, che riguardano la democrazia, non solo quella paritaria.

Secondo te, sono i media a non privilegiare le donne in politica o sono i partiti a tenerle lontane dalla stanza dei bottoni e dai riflettori?

Nonostante la presenza di tante donne giornaliste nei media, anche in questi prevale, come nei soggetti politici, una schiacciante maggioranza di uomini nelle stanze dei bottoni. Comunque i reali interlocutori sono proprio i partiti e i movimenti politici.
Prosegue l’impegno delle associazioni di donne per evitare che la posizione dominante degli uomini porti a una reazione gattopardesca.

L’appuntamento è per il prossimo 28 gennaio, quando sarà presentata l’Agenda della democrazia paritaria, per presentare e discutere gli impegni per la prossima Legislatura e per garantire la Par condicio di genere in questa campagna elettorale.

Claudio Cafasso

Par condicio di genere: l’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria scrive a Commissione di vigilanza, Rai e AGCOM

ACCORDO DI AZIONE COMUNE PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA

Al Presidente Sergio Zavoli
e all’Ufficio di Presidenza
Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Alla Presidente Annamaria Tarantola
al Direttore Generale Luigi Gubitosi
e ai Direttori di testata
RAI TV
Al Presidente Angelo Marcello Cardani
Al Commissario relatore Francesco Posteraro
Al Segretario Generale Antonio Perrucci
e Al Segretario Generale ad interim Laura Aria
Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni

Come è noto la legge 28 del 2000, che regolamenta la “par condicio” sui media tra i soggetti politici che si presentano alle elezioni, è stata modificata dall’articolo 4 della legge 215 del 2012, entrata in vigore il 26 dicembre 2012.

All’articolo 1 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, e’ aggiunto, in fine, il seguente comma:
«2-bis. Ai fini dell’applicazione della presente legge, i mezzi di informazione, nell’ambito delle trasmissioni per la comunicazione politica, sono tenuti al rispetto dei principi di cui all’articolo 51, primo comma, della Costituzione, per la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini».

Purtroppo, nonostante tale importante novità, alla quale l’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria ha concorso, recepita nel Regolamento della Commissione di vigilanza e oggetto della circolare del 15 gennaio dell’AGCOM, finora le candidate donne hanno avuto l’opportunità di scarsissime presenze e altrettanto poche sono le giornaliste che conducono trasmissioni “politiche”.

Le tabelle di monitoraggio non includono i dati di genere e la stessa informazione sulla norma voluta dal Parlamento è inesistente. Basti citare il lungo servizio andato in onda il 18 gennaio all’interno del TG2 delle 20,30, che, oltre a ricostruire la nascita ed i contenuti della legge sulla par condicio, l’ha posta a confronto con quanto avviene in altri paesi ed ha diffusamente ricordato anche come si svolgeva la campagna elettorale nell’antica Pompei, omettendo però qualsiasi accenno all’equilibrio nelle presenze delle donne e degli uomini secondo le nuove disposizioni e nel rispetto dei principi costituzionali.

Tale situazione è inaccettabile, non solo perché aggiunge un ulteriore elemento che riduce, anziché favorire una maggiore presenza delle donne in politica, ma perché fa mancare, nelle discussioni che precedono il voto, la visione “di genere”, aumenta il distacco della maggioranza delle donne dalla politica e fornisce un’informazione distorta ad elettrici ed elettori.

Vi invitiamo a tener conto che il rispetto della par condicio incide, come affermato nella sentenza n. 155 del 2002 della Corte Costituzionale, sul diritto alla completa ed obiettiva informazione del cittadino “ tutelato in via prioritaria soprattutto in riferimento a valori costituzionali primari, che non sono tanto quelli relativi alla “pari visibilità dei partiti”, quanto piuttosto quelli connessi al corretto svolgimento del confronto politico su cui in permanenza si fonda, indipendentemente dai periodi di competizione elettorale, il sistema democratico.”
Di conseguenza chiediamo formalmente, a ciascuno degli organismi e delle persone in indirizzo, nella propria competenza, di adoperarsi perché in questa campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento e di tre Consigli regionali sia rispettata la par condicio, compresi gli aspetti “di genere”, oggetto principale delle nostre richieste, provvedendo:

  • a monitoraggi comprensivi di dati di genere da pubblicare secondo le disposizioni in vigore;
  • ad aprire gli spazi assegnati ad un numero di donne non rapportato soltanto a criteri già in partenza penalizzanti, come quello della presenza come capo della coalizione o capolista, per assicurare confronti svolti da donne e uomini in proporzione corrispondente alla composizione demografica del Paese;
  • a fornire una completa informazione sui contenuti della legge sulla par condicio, così come modificata dall’art. 4 della legge 215 del 2012;
  • ad agire tempestivamente d’ufficio, e/o tenendo in debito conto le segnalazioni che dovessero pervenire da parte di cittadine e cittadini o associazioni, sulle violazioni della par condicio.

Inviamo i nostri più cordiali saluti.

Daniela Carlà, Marisa Rodano, Rosanna Oliva
Roma, 19 gennaio 2013

morronir@libero.it
danielacarla2@mail.com

Elezioni Il calendario per la presentazione delle liste e delle candidature

Per le elezioni politiche i giorni sono domenica 20 e lunedì 21 gennaio 2013, per le elezioni regionali venerdì 25 e sabato 26 gennaio 2013

I partiti o gruppi politici, che intendono partecipare alle elezioni in programma domenica 24 e lunedì 25 febbraio 2013, devono depositare le liste e candidature, con le firme necessarie, con le seguenti diverse modalità:

Per le elezioni politiche presso le cancellerie delle Corti di Appello o dei Tribunali nei seguenti giorni e orari: domenica 20 gennaio (dalle ore 8 alle ore 20) e lunedì 21 gennaio 2013 (dalle ore 8 alle ore 20);

  • Per la ‘circoscrizione estero’ presso la cancelleria della Corte d’Appello di Roma nei seguenti giorni e orari: domenica 20 gennaio (dalle ore 8 alle ore 20) e lunedì 21 gennaio 2013 (dalle ore 8 alle ore 20).
  • Per le elezioni regionali le liste provinciali dei candidati alla carica di consigliere regionale dovranno essere presentate venerdì 25 gennaio (dalle ore 8 alle ore 20) e sabato 26 gennaio 2013 (dalle ore 8 alle ore 12) presso la cancelleria del Tribunale del capoluogo di provincia in cui ha sede l’ufficio centrale circoscrizionale; le liste regionali, in Lazio e Molise, e le candidature alla carica di Presidente della Regione, in Lombardia, dovranno essere presentate, nei medesimi giorni e orari, presso la cancelleria della Corte di Appello in cui ha sede l’ufficio centrale regionale.

http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/elezioni/2013_01_18_liste.html

Primarie del 29 e 30 dicembre

Le prossime primarie del 29 e 30 dicembre rappresentano un passaggio molto interessante per il nostro sistema elettorale ed è impotante vadano seguite da chiunque voglia capire come si arriverà al voto di febbraio per il nuovo Parlamento, a prescindere dall’orientamento politico personale.

Anche se la partecipazione è limitata alle persone iscritte al PD e a chi abbia già partecipato alle primarie, è possibile col passaparola diffondere informazioni e indicazioni: è una lotta contro il tempo, vista anche la concomitanza con le festività, ma può essere di grande aiuto il web.

In definitiva si tratta di un importante e interessante tentativo di ridurre gli effetti negativi del porcellum, che sarà applicato per la terza volta, e di coinvolgere un numero vasto di persone, le cui scelte influiranno in maniera determinante sulla composizione delle liste bloccate per le “nomine” dei parlamentari, che finora sono avvenute nei corridoi dei partiti.

Per le liste del PD vedi su repubblica.it

http://www.repubblica.it/static/speciale/2012/primarie-parlamentari-pd/risultati/

http://video.repubblica.it/dossier/primarie-pd-2012/primarie-di-fine-anno-la-sfida-al-limite-dell-impossibile/114687/113090

e per quelle di SEL su sinistraecologialiberta.it http://www.sinistraecologialiberta.it/materiali/primarie2012-regolamento.pdf.

Per le politiche di genere è poi interessante seguire gli effetti delle regole previste dal PD (si poteva indicare un solo nominativo per individuare chi ora si candida alle primarie, ma è stata stabilita una quota di genere di candidat@ nelle liste e la doppia preferenza di genere per il prossimo voto delle primarie), raffrontate con quelle di SEL (una preferenza su ciascuna delle liste separate degli uomini e delle donne).

L’attenzione alla presenza femminile nelle liste delle candidature e in Parlamento caratterizza finalmente questa fase, preliminare al voto vero e proprio, che non consentirà la scelta dei parlamentari da parte dell’elettorato, dato il meccanismo delle liste bloccate. Per questo vi invito a seguire le ricadute di questa esperienza, dato che dovremo pur arrivare a una riforma della legge elettorale.

Quindi il 29 o il 30 dicembre ( a seconda delle regioni), per il PD si possono esprimere fino a 2 preferenze, purché su candidat@ di sesso diverso (esattamente la doppia preferenza di genere prevista dalla legge elettorale Campana per le prossime elezioni comunali), mentre SEL permette un’unica preferenza, ma Repubblica scorrettamente o per la fretta, omette di precisare che le liste sono doppie, una degli uomini e una delle donne, e si tratta comunque, di consentire la doppia preferenza, con un meccanismo di voto paritario)

E poiché è importante votare donna anche alle primarie, appoggiate donne impegnate, che condividano l’impegno sulle tematiche della presenza femminile in politica; in particolare vi segnalo i nominativi di due socie della RxP.

Per la lista PD di Milano (in Lombardia si vota sabato 29 dicembre), si candida la professoressa Marilisa D’Amico, socia della Rete per la Parità e componente del nostro Comitato Scientifico (http://www.facebook.com/marilisa.damico.5), per la lista PD di Roma città, (nel Lazio si vota domenica 30 dicembre) si candida Luisa Laurelli, nostra socia (http://www.luisalaurelli.com/).

Per SEL, dove non ho rintracciato candidature di donne della RxP, o per altre circoscrizioni elettorali, attendo vostre segnalazioni di eventuali candidate componenti del Comitato scientifico o nostre socie.

Grazie. Rosanna Oliva

TAR Lazio su Giunta Comune Cervaro

Più donne per lo sviluppo e per la democrazia: la decisione del TAR Lazio di ieri sul ricorso contro la Giunta monosex del Comune di Cervaro non è solo una vittoria per le donne

Al Comune di Cervaro ci dovrà essere un assessore donna. È di ieri, infatti, l’ordinanza con cui il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione di Latina, ha accolto la domanda cautelare proposta contro il provvedimento con cui il sindaco del Comune di Cervaro aveva costituito la giunta comunale senza nominare alcuna donna tra gli assessori, con manifesta violazione, secondo i ricorrenti, del principio costituzionale di pari opportunità.ordinanza per Cervaro

Ecco quanto dichiara la Presidente della Rete per la Parità Rosanna Oliva:

“La democrazia Paritaria è sempre un vantaggio per tutte le comunità e per il paese intero. Una buona amministrazione per potersi dire tale deve comprendere uomini e donne.

La sottoscrizione del ricorso da parte della Rete per la Parità, insieme con Mauro Cernesi, Nadia Pacitto e Mara Di Fonzo, a nome di tutte le associate ed associati, ma in particolare dell’AFFI- Laboratorio 50&50, che per prima fu contattata dagli altri ricorrenti, si inserisce nella più ampia iniziativa di monitoraggio da parte della Rete per la Parità. delle nuove Giunte nominate dopo le recenti elezioni amministrative.

Un’iniziativa finalizzata al sostegno ad eventuali ricorsi e per indurre ANCI e Governo a far rispettare la democrazia paritaria, che ha portato. a cura della nostra Associazione, anche al censimento delle Giunte dei comuni sopra i 15.000 abitanti, diramato anche su FACEBOOK nel Gruppo Toponomastica femminile.

E’ assurdo però che per il rispetto dei principi fondamentali della nostra Costituzione si debbano affrontare giudizi come questo di Cervaro e come tanti altri, tra i quali ricordiamo i vari ricorsi contro la Giunta del Comune di Roma, azzerata e rinominata più volte, così come quello contro la Giunta della Regione Lombardia.

Il Parlamento deve dare un segnale con l’approvazione sollecita delle disposizioni per assicurare le pari opportunità negli enti locali, già approvate dalla Camera dei deputati, che sta avendo una stentato iter al Senato.

Ci aspettiamo anche che la ministra per le pari opportunità e la ministra dell’ Interno, invitino le sindache e i sindaci che hanno insediato Giunte non equilibrate a provvedere con atti di autotutela, per assicurare la loro piena legittimazione. “

Italia, 14 settembre 2012

leggi anche:

Mauro Cernesi. Comunicato alla stampa (1)

Ricorso al TAR contro la Giunta del Comune di Cervaro (FR)

COMUNICATO STAMPA

Dopo la notificazione, avvenuta nei giorni scorsi, è stato depositato presso
la sezione di Latina del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, il
ricorso con il quale Mauro Cernesi, Nadia Pacitto e Mara di Fonzo hanno
impugnato il provvedimento con cui il sindaco del Comune di Cervaro aveva
costituito la giunta comunale senza nominare alcuna donna tra gli assessori,
con manifesta violazione, secondo i ricorrenti, del principio costituzionale di
pari opportunità.
Mauro Cernesi, capogruppo di “Uniti per Cervaro”, è, come sempre, deciso e
molto chiaro: «Qui non c’entra l’opposizione; si tratta di una questione di
civiltà politica e sociale: c’è un principio costituzionale, quello di pari
opportunità, che deve essere rispettato. Nominare una giunta senza neppure una
donna non è stato solo politicamente sbagliato, ma è stata una umiliazione per
tutte le donne di Cervaro: eppure ce ne sono tante in gamba, in ogni
schieramento politico e nelle espressioni civiche. Se mi è permesso, a maggior
ragione ci doveva essere a Cervaro almeno un assessore donna, visto che nessuna
donna è stata eletta in Consiglio comunale. Ho provato a spiegarlo in tutti i
modi al sindaco, fin dalla prima adunanza consiliare; ho provato a dirgli che
le donne di Cervaro non meritavano di essere trattate come lui aveva fatto: non
c’è stato nulla da fare; e, d’altra parte, non ci si poteva aspettare molto di
diverso da una persona che, nella lista che lo ha sostenuto, ha candidato una
sola donna (su dieci); nella mia lista erano candidate quattro donne, quasi il
cinquanta per cento. A parte ogni altra considerazione, il sindaco ha perso un’
occasione per dare prova di maturità politica e di effettiva volontà di
cambiamento, rimasta solo nella propaganda elettorale; ma c’è ancora qualche
giorno per rimediare».
«Ma c’è un altro aspetto che mi riempie di soddisfazione: la nostra iniziativa
è stata subito condivisa da persone di diversa espressione politica: da Nadia
Pacitto, ad esempio, la quale, peraltro, già per suo conto, era immediatamente
insorta rispetto alla grave mancanza del sindaco, chiedendo un intervento
amministratvo in via di autotutela; e da Mara Di Fonzo. E molto importante è
stata anche l’adesione di una associazione nazionale di grande rilevanza, in
prima fila nella battaglia per la effettiva osservanza del principio di pari
opportunità, “la Rete per la parità”, presieduta da Rosa Oliva, una donna che
ha speso la sua esistenza, e ancora oggi è molto impegnata, per l’emancipazione
delle donne e la realizzazione della parità di genere e della “democrazia
paritaria”. Si tratta di circostanze dimostrative del grande respiro
democratico dell’iniziativa; si tratta di adesioni che non ci sarebbero mai
state se si fosse trattato di una bega di paese. È la dimostrazione che anche a
Cervaro si può fare politica seriamente, nell’interesse di tutti, anche di
quelli che non la pensano allo stesso modo».
Come andrà a fine la vicenda, si saprà molto presto: l’udienza in camera di
consiglio per la trattazione della domanda cautelare è stata fissata per il
prossimo 26 luglio.

Mauro Cernesi

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Commenti e Pig disabliltati. Modifica.
4 commenti a “Ricorso al TAR contro la Giunta del Comune di Cervaro (FR)”

Ivo dice:
12 luglio 2012 alle 8:47 pm edit

GRAZIE DEL VOSTRO AIUTO ….PER UN MONDO MIGLIORE DOVE NON CE DIFFERENZA DI SESSI SOPRATUTTO IN POLITICA
Peppino dice:
13 luglio 2012 alle 4:35 am edit

le donne stavano in tutti gli schieramenti, ma soltanto che non sono state elette.

Mossa buona solo per rompere le scatole all’attuale giunta, DEMOCRATICAMENTE eletta!
massimo dice:
13 luglio 2012 alle 5:58 am edit

E’ un gran gesto di civiltà quello di Mauro Cernesi e del movimento cervarese, che esula dagli schieramenti partitici. E’ opportuno che a questo gesto ne seguano tanti altri e che i cittadini prendano coscienza che occorre reclamare. Reclamare i diritti contro le violazioni che ogni giorno la nostra Italia purtroppo celebra.
admin dice:
20 agosto 2012 alle 11:47 am edit

@peppino ci chiediamo se sia volontaria la confusione tra la mancata elezione di consigliere e le nomine in Giunta. Se non lo è forse peppino dovrebbe considerare separatamente le due questioni. Sull’argomento delle poche donne elette Rete per la Parità è più volte intervenuta, anche provocatoriamente, con un Flash Mob sulle Portatrici d’acqua, mente per la presenza delle donne nelle Giunte stiamo monitorando sia i ricorsi che la discussione in Parlamento sulle riforme.

Per un servizio pubblico radiotelevisivo che faccia uscire le donne dall’invisibilità

Comunicato stampa

RAI: Rete per la Parità chiede a Zavoli la pubblicazione dei cv e un nuovo CdA paritario

Per un servizio pubblico radiotelevisivo che faccia uscire le donne dall’invisibilità

Rendere pubblici i curricula inviati per le selezioni al CdA della RAI o l’elenco delle persone che li hanno presentati per sapere quante sono le donne candidate. E’ la richiesta che La Rete per la Parità, associazione di promozione sociale per la parità uomo-donna secondo la Costituzione italiana, ha inviato al presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Sen. Sergio Zavoli e alla Ministra del Lavoro, Welfare e Pari Opportunità, Elsa Fornero.

Considerato il numero dei Cv presentati, che da poche decine del passato ha raggiunto gli attuali 320, ci si aspetta ora che la Commissione introduca tutte le innovazioni possibili nell’ottica della democrazia partecipata. La presenza paritaria di donne e uomini nel CdA costituirebbe infatti un importante passo per correggere l’anomalia mediatica e la scarsa presenza delle donne in politica, evidenziate già nel 2006 nel rapporto dell’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani OSCE/ODIHR e risponderebbe alla proposta della Rete per la Parità Mai più donne invisibili, la prima delle tre leggi a costo zero, richieste sin dall’insediamento del nuovo Governo.

Roma, 25 giugno 2012

3387002506

Vittoria definitiva al Consiglio di Stato: la Giunta Formigoni viola il principio dell’equilibrio di genere

Ne danno notizia l’Associazione Art. 51 e l’Associazione DonneInQuota, con i loro legali Prof. avv. Marilisa D’Amico, e gli avv. Cinzia Ammirati, Massimo Clara, Lorenzo Platania e Stefania Leone.

Oggi il Consiglio di Stato (sentenza n. 3670 del 2012) ha annullato la sentenza del Tar Lombardia che aveva inspiegabilmente salvato la Giunta Formigoni, allora composta da 15 Assessori uomini e da una sola donna.

Accogliendo l’appello delle Associazioni, il Consiglio di Stato ci dice oggi due cose importantissime. Prima di tutto che anche la politica soggiace ai principi di diritto. Richiamando quanto già chiarito di recente dalla Corte costituzionale (sent. n. 81 del 2012), il Consiglio di Stato afferma che il riequilibrio di genere, solennemente affermato in Costituzione e nello Statuto lombardo, è principio cogente e non derogabile nemmeno per ragioni politiche. In forza di ciò, il Giudice amministrativo ha quindi riconosciuto l’“evidente violazione di legge”, perché la nomina di un solo assessore di genere femminile contrasta con una equilibrata presenza di uomini e di donne nella Giunta.

Ma c’è di più in questa decisione. Come noto, temendo questo esito processuale, Formigoni aveva di recente rimesso mano alla Giunta, incrementando – in maniera del tutto insoddisfacente – il numero di donne assessore, portate da 1 a 3, su un totale di 16.

Ebbene, il Consiglio di Stato, pur non potendo prendere posizione sulla composizione della nuova Giunta, ha dato un segnale forte, spiegando che deve esserci “uguaglianza, o sostanziale approssimazione ad essa, di uomini e donne nelle posizioni di governo regionale”.

Il principio della parità non è allora soddisfatto attraverso la composizione di Giunte in cui le donne continuano ad avere un ruolo quantitativamente e qualitativamente marginale. La parità esige interventi di sostanza e non di facciata, e il concreto impegno della politica per la realizzazione di una democrazia paritaria.

La governance della RAI TV

Noi tifiamo per un servizio pubblico radiotelevisivo con nuove regole, ma vogliamo che nel frattempo si rispettino almeno quelle vigenti.

Le conoscete?

Testo unico della radiotelevisione

Decreto legislativo 31.07.2005 n° 177 , G.U. 07.09.2005

Pubblichiamo il testo unico della radiotelevisione aggiornato con le successive modifiche ed integrazioni. Continua a leggere