Neo-elette Sindache, neo-eletti Sindaci,
ci rivolgiamo a Voi, all’indomani del risultato elettorale conseguito, perché uno dei primissimi compiti che Vi spetta è la nomina degli Assessori che comporranno le Giunte dei Comuni che dovrete amministrare.
Riteniamo, infatti, doveroso ricordarVi che tra i criteri che orienteranno le Vostre scelte ve n’è uno ineludibile: il rispetto della parità di genere.
Il principio non è consacrato soltanto a livello sovranazionale (in particolare dalla Carta di Nizza, ora dotata di valore giuridico, che impone la parità tra i sessi “in tutti i campi”) e dalla nostra Costituzione (precisamente dall’art. 51, che garantisce e promuove condizioni di uguaglianza nell’accesso a tutti gli “uffici pubblici”); un vincolo deriva, infatti, anche dalla legge, rivolta specificamente alle amministrazioni locali.
L’art. 6 Tuel già stabiliva che gli statuti dei Comuni dovessero introdurre norme per “promuovere” la presenza di entrambi i sessi nelle Giunte, negli organi collegiali, enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti.
Oggi la portata vincolante di questa previsione è stata però resa ancor più inequivocabile grazie alla novella introdotta dalla legge n. 215 del 2012 (recante disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni).
Per effetto di questo intervento normativo quello che prima era un obiettivo da “promuovere” è diventato ora un risultato da “garantire”.
A conferma del fatto che si tratta di un obbligo immediatamente operante, al quale le neo-elette Sindache e i neo-eletti Sindaci devono attenersi sin da subito, l’art. 46 Tuel espressamente afferma che “Il sindaco e il presidente della provincia nominano, nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi, i componenti della giunta”.
Vi ricordiamo che già nella vigenza della precedente formulazione normativa l’assenza o la scarsa presenza di donne nelle Giunte degli enti locali (così come negli Esecutivi delle Regioni) è stata censurata dalle autorità giudiziarie, adite da cittadini e associazioni per veder rispettato il principio della parità.
A maggior ragione, dunque, i Giudici non esiterebbero oggi ad annullare i decreti di nomina delle Giunte in via di formazione qualora queste fossero ‘affette da squilibrio di genere’. Essi riscontrerebbero, infatti, la diretta violazione delle disposizioni contenute nella legge n. 215 del 2012, disposizioni che, peraltro, sono state già interpretate nel senso che non potrebbe di certo soddisfare il vincolo da esse posto la mera presenza di un rappresentante per ogni genere. Il presupposto su cui si basa questo intervento normativo è, infatti, che gli organi decisionali sono in grado di guadagnare in termini di funzionalità ed efficienza quando donne e uomini siano in essi congruamente rappresentati.
Per queste ragioni Vi invitiamo a formare Giunte composte in modo paritario, nelle quali non solo sia garantito l’equilibrio tra i generi, ma siano altresì assegnati, senza discriminazioni, gli assessorati di rilevante peso politico.
Diversamente, non ci asterremo dal far valere il rispetto della parità tra i generi dinanzi alle autorità giudiziarie competenti, impugnando gli atti di nomina delle Giunte per violazione di legge.
Ci auguriamo di non dover procedere a ricorsi, in quanto questa volta potrebbero essere accompagnati anche da azioni per accertare eventuali responsabilità per atti consapevolmente compiuti in violazione di legge, dai quali potrebbero derivare gravi conseguenze non solo economiche a danno della collettività.
In tal senso ha deliberato l’Assemblea della nostra Associazione, tenutasi lo scorso 5 giugno.
E’ gradita l’occasione per inviare i nostri più cordiali auguri di buon lavoro.
Roma, 13 giugno 2013
La Presidente
Rosanna Oliva