15 agosto del 2021, i talebani riprendevano il controllo di Kabul dopo venti anni di presenza occidentale. Non dimenticherò mai le persone in fuga che si aggrappavano agli aerei in partenza, il tentativo disperato dei genitori che passavano oltre la rete i figli, le centinaia di persone bloccate nel tentativo di fuga.
Era solo l’inizio di una crisi umanitaria e di diritti che vede i talebani, nel secondo anniversario del loro ritorno al potere, pronti, come dichiarano in un loro comunicato, a resistere a qualsiasi minaccia all’indipendenza del Paese
ANSA
Secondo l’Onu “le politiche imposte al popolo afghano hanno portato alla continua, sistematica e scioccante soppressione di una moltitudine di diritti umani, compresi i diritti all’istruzione, al lavoro e alle libertà di espressione, riunione e associazione”. È quanto hanno dichiarato 30 esperti delle Nazioni Unite che hanno rivolto un appello alla comunità internazionale a impegnarsi per sostenere il popolo afghano che vive in una gravissima crisi umanitaria.
Si stima che 16 milioni di bambini non ricevano cibo di base o assistenza sanitaria e siano quasi 30 milioni, il massimo storico, gli afghani bisognosi di assistenza. Questa recessione economica, hanno sottolineato gli esperti, favorisce pratiche dannose, discriminatorie, oppressive e violente, come il matrimonio forzato e infantile, l’abuso e lo sfruttamento economico e sessuale, la vendita di bambini e organi, il lavoro forzato minorile, la tratta di esseri umani.
“Le politiche imposte al popolo afghano hanno portato alla continua, sistematica e scioccante soppressione di una moltitudine di diritti umani, compresi i diritti all’istruzione, al lavoro e alle libertà di espressione, riunione e associazione”.
Gli esperti si sono espressi sulla base di “rapporti coerenti e credibili di esecuzioni sommarie, sparizioni forzate, detenzioni arbitrarie, torture e sfollamenti arbitrari”. “I più colpiti sono le donne e le ragazze, le minoranze etniche, religiose e di altro tipo, le persone con disabilità, le persone Lgbt+ . Anche i difensori dei diritti umani e altri attori della società civile, giornalisti, artisti, educatori ed ex funzionari governativi e di sicurezza”.
“Le donne sono state persino private dell’opportunità di trovare conforto in alcuni dei loro spazi, come i saloni di bellezza frequentati e gestiti da donne, a cui è stato recentemente ordinato di chiudere i battenti” hanno spiegato gli esperti. Inoltre, le autorità de facto hanno introdotto l’uso di punizioni crudeli e indegne, come la lapidazione, la fustigazione e la sepoltura sotto un muro, in violazione degli standard internazionali sui diritti umani, hanno detto, aggiungendo che l’idea di un talebano “riformato” si è dimostrata sbagliata.
Come evidenziato nell’analisi dell’ISPI. integrata dal commento di Giuliano Battiston, l’occidente, dopo due anni non ha ancora individuato quale strategia adottare che vada al di là delle restrizioni.
Due anni di dominio talebano in Afghanistan | ISPI (ispionline.it)
L’Afghanistan a due anni dal ritorno dei talebani | ISPI (ispionline.it)
Rosanna Oliva de Conciliis, presidente onoraria della Rete per la Parità