A un anno dalla seconda sentenza n. 131 del 27 aprile 2022 della Corte costituzionale e a quasi sette anni dalla prima (la n. 286 dell’8 novembre 2016), ancora non è stata approvata la Riforma organica del cognome.
La Rete per la Parità in questa data significativa ha chiesto ai Presidenti, Segretari e Capigruppo della Commissione Giustizia delle due Camere di inserire senza ulteriori ritardi all’ordine del giorno le proposte presentate all’inizio di questa Legislatura.
Un ritardo che è anche un segnale di come sia ancora pieno di ostacoli il cammino verso la piena parità formale e sostanziale uomo/donna e verso la completa attuazione della Costituzione .
Ancora una volta la Rete per la Parità evidenzia, inoltre, che la mancata modifica del regolamento dell’anagrafe e stato civile è fonte di problemi per i responsabili degli uffici anagrafici e che, nel contempo, in assenza di apposite disposizioni, i futuri genitori non sono tempestivamente informati.
Da notare che nella scorsa legislatura la Commissione Giustizia del Senato, dopo aver svolto due serie di audizioni sui disegni di legge all’esame e sulla su citata sentenza della Corte costituzionale, aveva deliberato la costituzione di un Comitato ristretto. L’iter è stato però interrotto per l’anticipata fine della Legislatura.
In questi anni la Rete per la Parità, insieme con altre associazioni e con costituzionaliste e costituzionalisti, ha approfondito gli aspetti tecnico-giuridici e sociali della vicenda ed è pronta in sede di audizione a esporre i contenuti elaborati.